venerdì 19 dicembre 2014

Una tavola da surf

Vi starete chiedendo: Ma questa oggi ha sbagliato titolo del post?
E invece no...
Ho provato ad immaginare la mia vita e l'ho vista così.

Ho visto che le mie gambe erano appoggiate ad una base solida, di marmo. Era la strada che stavo percorrendo. Liscia, senza dune, forse qualche sassolino qua e la, che rappresentavano i problemi di ogni giorno. Poi ho controllato le mie gambe ed erano toniche, muscolose, grazie anche alla vita sportiva e da salutista che facevo. Proprio quelle gambe così sportive, riuscivano a non creare attrito con il terreno, e permettevano al resto del corpo di muoversi in libertà. Ho alzato lo sguardo e ho visto le mie spalle ben aperte, pronte come vele spiegate, per  proseguire in questo viaggio chiamato vita.
Le braccia erano libere pronte ad accogliere tutte le emozioni che ogni giorno mi dava: dal tenere in braccio la mia principessa, dare un abbraccio speciale al mio ometto, coccolare il mio angelo custode (mio marito)... tutto era perfetto.

Poi è arrivato LUI!

Di colpo mi sono trovata in mezzo al mare. La mia base solida era sparita. Ero in balia delle onde, a volte avevo la testa fuori e riuscivo a malapena a respirare, quando un'altra onda mi ributtava a fondo.
Annaspavo, non capivo cosa stava succedendo, ma soprattutto non vedevo la fine... c'era solo acqua, tanta, fredda, scura, agitata. Dov'era la mia strada, quella liscia con qualche sassolino? Perchè mi era stata portata via?
Piano piano poi ho visto un oggetto... spiccava in mezzo a tutta quell'acqua ... era una tavola da surf... ma in realtà era il mio equilibrio.... dannatamente ho nuotato per arrivare a lui... era difficile si... perchè tutto era contro di me... le maree, il vento... ma alla fine ci sono arrivata... sono salita con cautela e per paura di cadere mi sono sdraiata a pancia in giù. Adesso ero io ed io... dovevo fare i conti con me stessa... non c'era nessuno chiamato a fare per me. Quella situazione dovevo sbrigarmela da sola, e già capire questo era stato un passo da gigante. Poi ho guardato bene la tavola e ho visto che era solida pure quella, non era di marmo, ma di un legno pregiato, era la mia determinazione. 
Ho iniziato ad alzarmi e, arrivata in ginocchio, mi sono fermata per un attimo, era già un bel traguardo. 
La tavola era sempre in balia delle onde e non potevo permettermi di ricadere ancora... e allora ho cercato nelle mie gambe la tenacia... e confidavo nel ricordo delle mie gambe muscolose, gambe rovinate da tutta quella tempesta... ho tenuto i denti stretti e ho lasciato che la bufera passasse... quelle erano le mie terapie.... 
e alla fine il mare si è calmato.

Ad oggi mi vedo sempre su quella tavola da surf.
Non c'è più la base solida che c'era prima e sotto quella tavola è tutto provvisorio, fittizio, precario.
Io però mi sono aggrappata a quella tavola. Quel piccolo pezzetto di certezze, l'ho costruito io.
E' piccolo si, ma è tutto quello che ho... e non ho intenzione di farmelo portare via.
E anche se ora vedo solo acqua, prima o poi arriverò a riva e ritroverò la mia strada...

Un bacio a tutte.
Laura
 

2 commenti:

  1. il tema del mare e la vita che continua sono spesso associati, io mi sento una barca che piano piano lascia il molo per dirigere il timone verso l'orizzonte deve è il futuro
    Annamaria

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    1. Mai arrendersi giusto Annamaria? L'importante è mettere tutto l'impegno possibile anche in questo mondo ed anche in questo viaggio. Un abbraccio

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