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giovedì 10 gennaio 2019

Ogni promessa é debito

"Ogni promessa é debito" e tu me l'avevi fatto promettere, sapendo che, visto il mio senso del dovere, non avrei saputo dire di no.
Una sera... tanti mesi fa... mi hai detto che se un giorno tu non ci fossi più stata, avrei dovuto urlare al mondo che tu questa vita l'avevi vissuta per davvero... non a metà...non una misera sopravvivenza....
"Oh poverina .... era malata da anni... il suo destino era segnato!"
Sento ancora la tua voce falsata mentre simulavi le chiacchiere di paese...
Mi hai raccomandato "tu dovrai dire a tutti che io ho vissuto per davvero... sarai la mia voce".
E io che non ti prendevo sul serio perché non volevo nemmeno immaginarmelo quel momento li... in cui avrei dovuto fare quanto richiesto.
Ti prendevo in giro... dicendoti che forse non saresti morta di vecchiaia ma di certo qualche capello bianco sarebbe venuto anche a te ...  che non credevi di essere l'eterna giovane.... abbiamo anche riso.

Eccomi qui però... ma solo perché te l'ho promesso... perché oggi mi costa tanta fatica... perché questa notte queste parole sono mischiate alle lacrime e una stretta al cuore stringe tanto da non farmi respirare.
Forse non riesco ad urlare contro tutti, come mi avevi chiesto tu... riesco forse a dire qualche cosa sotto voce...

Eccomi a raccontare quello che sei riuscita a passarmi... 
Per fare capire a tutta quella gente che tu hai vissuto una Signora Vita, con i controcoglioni, perché accanto avevi una famiglia meravigliosa... tua mamma, tua sorella, tuo fratello.
Tuo marito, splendida creatura...
Le tue amiche anime meravigliose.

Sono fermamente convinta che quando incontri delle persone speciali, ti arricchiscono in maniera impressionante e il bagaglio di emozioni aumenta in modo straordinario...
Straordinario era il modo in cui vedevi la vita... ogni singolo momento era per te appagante e soprattutto mai da mettere in un angolo, come un momento scontato.
Ecco perché questa vita l'hai vissuta per davvero.
Perché ne hai capito l'essenza.
C'è chi vive una vita intera "sopravvivendo" e limitandosi a respirare...
E poi ci sei tu... che hai vissuto tutti questi anni con il cuore che batteva talmente forte da far straripare l'anima di emozioni.

Tu sei quella che, quando ti lasciavo senza parole per qualche stupidata che dicevo, te ne uscivi con il tuo inconfondibile "no vabbè ".

Sei quella del sud che prende in giro quella del nord che alle 21.30 era già a nanna con tanto di piumone mentre tu eri all'aperitivo e dovevi sederti ancora a tavola...

É vero... sei anche quella che mi ha detto che aveva paura di morire e che questa vita te la stavi sudando....
Cazzo se é vero...

Sei la "my little sister" senza voler prendere posti che non mi appartengono... ma solo perché eri la mia piccolina...

Sei quella che sognava di venire a trovarmi... e fantasticavamo sul nostro giro a Venezia "con o senza mariti?"... " con...dai con... alla fine non sono così male" ci dicevamo ridendo.

Sei quella dalle video chiamate ossigenanti, come le chiamavo io, perché hai la capacità di passare "VITA" che sia attraverso un telefono, un messaggio, un abbraccio, un bacio.

Sei quella della "sveglia"... perché quel giorno tu avevi deciso che dovevi regalarmi qualcosa che mi facesse ricordare di te .... "così quando suonerà e ti sveglierai ti verrà in mente quella rompi palle della tua amica"... come se mi servisse una sveglia... che tra l'altro questa sera ho fermato... perché quell'orologio voglio che sia senza tempo... perché se il tempo non trascorre non può finire.

Sei quella dei "tortellini in brodo" detta alla bolognese...

Sei quella che criticava il freddo del nord... però Dio quel sabato a Bologna ci ha regalato la neve... sembravamo 2 bambine sotto la torre degli asinelli con un ombrello solo... tira tu...tiro io...

Sei stata luce in un momento buio.

Non so "my little sister" se sono stata brava come volevi tu... se ho fatto capire bene che tu questa vita l'hai vissuta con l'acceleratore a tavoletta... non so se sono stata all'altezza delle tue aspettative.

So solo che tu sei e sarai l'angelo più bello là sopra... con un outfit mozzafiato, unghie da urlo e trucco stratosferico.

Questo é l'unico modo in cui voglio ricordarti.

I love you my little Sister

sabato 16 dicembre 2017

UN VIAGGIO INSIEME - 1° parte

Sono sempre stato affascinato dalla teoria di Edward Lorenz un fisico che verso la fine degli anni 70 avanzò un ragionamento denominato poi "l'effetto farfalla:
il battito delle ali di una farfalla in Brasile, può causare una tromba d'aria nel Texas".
Semplificando significa che anche le scelte o le azioni  più insignificanti che svolgiamo quotidianamente possono a lungo termine condizionare e cambiare non solo la nostra vita ma quella di molti altri.
Hanno fatto anche un film molto interessante a riguardo:"the butterfly effect" per l'appunto.
Ebbene a me è successo così, sia il mio lavoro che svolgo da 23 anni con soddisfazione e sia l'incontro con Alexandra.
Sono avvenuti così, per caso per una scelta apparentemente insignificante.
Alexandra la conobbi in una discoteca a Varese.
Un amico una sera mi chiese, così all'ultimo minuto, se avevo voglia di andare con lui in questa discoteca a trovare un suo amico del militare.
Inizialmente gli dissi di no, troppo lontano, "non ho voglia"  poi mi feci convincere anche perché quella sera non c'era niente di meglio da fare.
Fu lei ad avvicinarsi, mentre ballavo bello carico la techno music.
Una ragazza mi si avvicinò e cominciò a ballare vicino a me.
Dopo una serie di sguardi cominciammo a parlare.
Ci frequentammo per tutta l'estate. Era l'estate del 1997.
Ci divertimmo moltissimo. La distanza non poneva limiti.
Con la mia Renault 5 rossa fiammante andavo tutte le settimane da lei e qualche volta venne a Milano, nelle vicinanze, al mio paese.
 Poi venne una fase in cui la mia immaturità e il mio egoismo presero il sopravvento e la lasciai.
Lei soffrì molto.
Solo qualche anno dopo mi resi conto di quanto ero stato stupido e cercai di ricontattarla.
Lei, dopo la batosta subita, continuava la sua vita e un giorno ricevette una cartolina da questo paese vicino Milano, con un bel panorama.
Dietro scrissi "al cuor non si comanda".
Ero certo che avrebbe fatto a pezzi quella cartolina pensando " ma come si permette quel pezzo di m....?"
 Invece una sera inaspettatamente mi chiamò.
Il cuore mi sobbalzò in gola e con la voce rotta dall'emozione parlammo a lungo.
Non mi aveva dimenticato, ci aveva provato ma.... al cuor non si comanda!
Gli promisi che non era la solita minestra riscaldata e che sarebbe stato un nuovo Andrew, piu maturo e responsabile.
Infatti così fu.
Da quel giorno mi sono sempre preso cura di lei.
Le ho donato tutto me stesso facendomi perdonare per averla fatta soffrire.
Così nel 2004 finalmente lei si trasferì al mio paese.
Il mio lavoro era troppo importante e redditizio, non potevo trasferirmi io.
Nel 2006 ci sposammo e cominciammo la nostra nuova vita insieme piena di progetti e speranze, ben consapevoli che l'effetto farfalla regola la vita di tutti noi.

...to be continued...

(Racconto inviato da Andrew & Alexandra)

Un abbraccio a tutti.
Laura

domenica 3 dicembre 2017

UN VIAGGIO INSIEME - Prefazione

Ogni tanto succedono cose strane.
Ho scritto per mesi parole, le vomitavo su una tastiera e venivano impresse nel computer. 
Le vedevo scritte lì sul monitor e facevano male.
Poi le parole sono state tante e magicamente sono diventate un libro.
"Goccia dopo goccia" il suo titolo, dove ogni goccia poteva essere interpretata, sicuramente per me era quella goccia di una flebo di chemioterapia.

Questo libro mi ha catapultato in forti emozioni.
Prime tra tutte 3 presentazioni di fronte a tante persone, che pendevano dalle mie labbra per nutrirsi di emozione.
Un pezzo del libro è "finito" in uno spettacolo teatrale del "Teatro delle Arance". 
Un'emozione forte che mai avrei pensato di vivere.
Ho conosciuto davvero tante persone, alcune delle quali mi hanno scritto, mi scrivono, mi hanno raccontato la loro storia.

E' passato un anno dalla pubblicazione del libro.
L'associazione a cui è stato donato (ANDOS - Comitato di San Donà di Piave -Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) è riuscita a dare avvio, grazie ai proventi, ad un progetto chiamato appunto "Goccia dopo goccia": un primo soccorso psicologico gratuito per le donne a cui viene diagnosticato un cancro al seno.

Arrivare a questo traguardo per me è stato davvero un orgoglio. 
E mi sono chiesta: "Cosa vuoi di più? Hai dato un senso a questa brutta storia".
E infatti non voglio niente di più, non pretendo nulla di più di ciò che ho ricevuto.
Ringrazio tutto quello che questo libro ha portato e ne faccio tesoro ogni giorno.

Poi però succede che ritrovi degli amici e nasce qualcosa di speciale.

Andrew & Alexandra i loro nomi.
Mi scrivono che a Alexandra è appena stato diagnosticato un cancro al seno. 
Mastectomia appena fatta e in attesa di iniziare i cicli di chemioterapia.
Ci siamo scambiati davvero molti messaggi e anche telefonate. 

"Un dolore condiviso è un dolore che pesa meno" come dice la mia amica Robs.
E credo sia vero.

Comprano il mio libro.

E mi arriva un messaggio:
"Abbiamo letto il 1° capitolo e ne leggeremo uno ogni sera dopo cena, sul divano, abbracciati. 
Per ora posso dirti che questo libro è di grande aiuto per chi come noi sta affrontando questo male. Grazie".

Avevo già le lacrime agli occhi.
Li ho immaginati abbracciati nel loro dolore e con in mano un libro che in teoria deve dargli la speranza e la forza di affrontare tutto questo.

Che responsabilità!

Il messaggio prosegue chiedendomi se possono scrivermi ogni tanto un pensiero legato al libro, ma non solo, legato anche alla loro vita. Così da poter condividere il loro cammino.
Il messaggio finisce con ".... Sai abbiamo bisogno di aggrapparci a qualcosa di solido e stabile..."

E allora ho detto loro che inizieremo questo viaggio, che verrà documentato qui.
".... perché serve anche a me... anche io ho bisogno di qualcosa di solido e stabile. 
E se ci stringiamo bene, non cadremo mai!"
 
Magari non sarò brava a "trasferire" fedelmente le loro emozioni. Non lo so.
Magari il racconto non sarà così entusiasmante.
Ma credo che abbiano bisogno di noi, 
di sentirsi parte di qualcosa che in questo momento è più grande di loro e fa male.
Io non mi tiro di sicuro indietro.


Quindi Anime preparatevi ...
Viaggeremo con loro.... 

Un abbraccio a tutti
Laura




lunedì 27 novembre 2017

Soffia forte il vento nel cuore di mio figlio (Carolina Bocca)

E come sempre mi ritrovo tra le mani un libro, appena finito di leggere, da cui fuoriescono infiniti lembi di post-it.

SOFFIA FORTE IL VENTO NEL CUORE DI MIO FIGLIO.
Questo il titolo.

CAROLINA BOCCA.
L'autrice.

Ma in questo caso per me è quasi riduttivo definirla solo autrice. 
E' la mamma, è la moglie, è l'amica che si è rimboccata le maniche anche quando addosso non aveva nessun vestito!
E' la Donna che si è ritrovata a scavare dentro se stessa per salvare il proprio figlio.

Quante volte vorremmo salvare i nostri figli dalle loro difficoltà? 
Piccole o grandi che siano.
Difficoltà dovute all'età, step di crescita, di maturazione, a cui noi genitori non siamo pronti.
 Quante volte vorremmo risparmiare loro dolore, inadeguatezza, senso mancato di autostima.
E ci ritroviamo a interrogarci di notte, quando nessuno ci vede, se quel tipo di atteggiamento avuto, quel castigo dato, quelle parole spese, serviranno a qualcosa.
Nella fottuta speranza che tutto vada sempre per il meglio.

"Mi preoccupa quello che vedo e temo quello che non vedo.
C'è bisogno di scavare ancora, per capire di più.
Rimugino, rifletto e finalmente mi decido a un passo cruciale, preludio e presagio dell'ingresso all'inferno." 

Carolina ha dovuto demolire le sue certezze (o almeno quelle che credeva certezze) e mettersi a nudo, in primis lei, per poi potersi ricostruire.
L'ha fatto per lui, Seba, suo figlio, la sua ragione di vita, che nonostante il troppo amore ricevuto, ha incontrato un ostacolo, la droga, e inesorabilmente è caduto.
E lei ha teso quella mano nonostante lui quella mano non la vedesse o forse, non la voleva vedere.
Ma lei imperterrita non ha gettato la spugna nemmeno un momento. 
Quella mano tesa non l'ha tolta nemmeno un secondo del suo tempo, e lui alla fine l'ha stretta per sempre.
Chiunque potrebbe sentirsi il diritto di scrivere pagine infinite di parole (inutili a mio parere) su come un ragazzino di 16 anni possa arrivare a tanto. 
Perché siamo tutti bravi a giudicare gli altri, a sentenziare e dare verdetti finchè il figlio, il marito, il fratello, la sorella, la mamma, il papà e tutti i gradi di parentela possibili  E' DEGLI ALTRI.
Ma quello che forse dovremmo imparare a fare, è che non sempre "CAPITA AGLI ALTRI".

"Quando si è pieni di sentimenti negativi, il grande desiderio è di dire basta a tutto e a tutti.
Va bene, basta. Per ora basta!
Sospenda, se può, ogni suo pensiero e rimanga chiusa dentro se stessa, con se stessa. 
Occorre tornare nel profondo di sé, nel nostro luogo sicuro dove c'è pace, quella che permette al cuore di posare il suo dolore e di trovare un po' di riposo.
Non è facile, ma possibile!" 

Nemmeno mettersi nelle mani di persone esperte è sempre facile.
Perché vuol dire mettere la propria vita sotto raggi x, al fine che qualcuno, se abbiamo fortuna, possa rilevare cosa c'è che non va.

"Tutti noi abbiamo le nostre difese e a volte non ce la facciamo ad affrontare il dolore e la fatica che la realtà ci provoca. Far finta di niente è chiudere gli occhi: non si vede il pericolo in faccia. Non far finta di niente richiede un'energia enorme e mettersi in discussione. Quando si ha un figlio in queste condizioni, senza parlare di colpe, perché la colpa in senso assoluto non esiste, esistono indubbiamente delle responsabilità. Analizzarle può far male."

A volte fare "finta di niente" sembra una buona soluzione.
Ma non porta mai a nulla.
E Carolina Bocca ce lo insegna alla grande.

"La chiave di tutto è l'amore. Tutti sbagliamo e come tutti anche noi abbiamo commesso degli errori, ma l'abbiamo fatto per amore, con amore. Mai con l'intenzione di far soffrire, mai in cattiva fede. Abbiamo agito sperando, credendo di fare bene, il meglio che avremmo potuto. Senza risparmiarci, solo vittime di errori commessi ancora prima da altri su di noi e da altri ancora su di loro."

"Ho capito. Trasmetto ansia a chi mi sta vicino. Quello che per me è sano alimento quotidiano, il mio modo di gioire della vita, il sale e il significato di ogni giornata, quello che mi fa andare a letto soddisfatta, per molti è un'asta troppo alta, che non ti fa dormire dalla preoccupazione di non farcela, che ti fa sentire inadeguato.
L'ho voluta io la trasparenza, la raggiunta consapevolezza che dà a tutti l'opportunità di esprimere il proprio sentire senza remore né barriere.
Ne assumo le conseguenze.
Grande lezione per me, ancora una volta mi ero distratta dal proposito perpetrato un anno fa: accogliere gli altri, per primi i miei figli, per come sono, fare un passo indietro, non trasporre su di loro, o imporre loro, i miei sogni e le mie aspettative. Dovrebbero farlo tutti i genitori, affinché i figli possano vivere serenamente e sbocciare naturalmente. I nostri figli sono altro da noi, hanno ognuno il proprio KARMA; noi abbiamo il diritto di sognare che seguano certe strade, ma non possiamo pretenderlo."


C'è una lettera che mi ha commosso oltre modo.
Ed è quella che Carolina scrive a Seba.
In realtà gliene scrive tante.
Ma questa traspira amore materno in ogni riga.

"Caro Seba, amore mio grande,
se solo sapessi quanto vorrei poter tornare indietro nel tempo per riscrivere la nostra storia, la tua, la mia, quella di papà e di tutte le persone che ne hanno preso parte. 
Se solo potessi sentire l'amore che ho per te, 
se solo potessi stringerti e incrociare il tuo sguardo, 
se solo....
Sono certa che le tue ferite guarirebbero velocemente. 
Ma visto che la vita ci mette di fronte a prove difficili per renderci persone migliori, 
accetto anche questa sfida e tengo duro, con tutta la grinta che ho, 
perchè noi, insieme, usciremo da questa situazione 
e tu, amore, darai voce a quel Seba pieno di talenti, di sensibilità e generosità che vive in te. Ricordi quando ti parlavo della "moltitudine di io"? Te lo ricordi? 
Quando ti spiegavo che ognuno di noi sceglie di essere come vuole essere? 
Beh, questa è la tua occasione, un po' forte, ma tu sei uno tosto e con l'amore di tutti noi e l'attenzione delle persone che sono intorno a te, capirai qual è la tua vera natura e quale strada intraprendere. 
Io sono con te Seba, giorno e notte, notte e giorno, non ti lascio mai.
Ti penso, ti sento e ti sostengo con il pensiero: "Lo sapevi che sono anche un po' streghetta?". 
Quindi, amore mio, non demordere, tira fuori la forza che hai e vedrai che scoprirai la magia di una vita meravigliosa, quella che meriti, perchè tu sei la mia meraviglia. 
Ti amo.
Mamma." 

Ci sarebbero ancora infinite cose da dire.
Ma il consiglio migliore è quello di leggere questo libro.
Io ovviamente, per l'indole che ho, ho riportato solo quei "pezzi" in cui emerge la tenacia, la forza di non mollare, ma il libro è davvero pieno di dolore, di intoppi, di scivolate, perchè la vita alla fine è anche questo.

Grazie Carolina per aver dato dimostrazione che l'amore di una mamma può tutto.

Grazie a Gianpietro e Serenella della fondazione Ema Pesciolinorosso http://www.pesciolinorosso.org/, di cui ho parlato a suo tempo (qui): se non vi avessi incontrato sul mio percorso, forse oggi non avrei avuto il piacere e l'onore di leggere questo libro meraviglioso e di conoscere Carolina.

E tornando a te Carolina, un abbraccio stretto stretto dal profondo del cuore.
Con immensa stima.
Laura



domenica 29 gennaio 2017

"Tu con me" (Roberta Salvati e Veronica Fermani)

TU CON ME

Quante volte avrei voluto fare un post su di lei. Ma qualcosa mi fermava. Semplicemente credo fosse il dolore che stava vivendo.
Perché oltre a cercare di sconfiggere il suo cancro, precisamente Linfoma di Hodgking, da lei soprannominato "Linfomerda", stava guardando la battaglia che anche sua mamma stava vivendo, sperando in un lieto fine.
E chi ero io per entrare in tutto questo e soprattutto trovare delle parole che le accarezzassero l'anima?
Ho aspettato ed è lei che è venuta a cercarmi.
O meglio è piombata a casa mia attraverso il suo libro.

Anche oggi non ho tante parole da dire se non grazie.
Perché non si smette mai di imparare e oggi Robs (scusate non avevo ancora detto il suo nome) mi ha dato un po' più di consapevolezza. 
Ho visto il cancro con gli occhi di una figlia che voleva stramaledettamente salvare sua mamma.
E di una mamma che stava morendo serena nel vedere la propria figlia "salvata" da una diagnosi forte come il cancro. E di un papà, spettatore impotente di tutto questo, colonna portante nella vita di Robs, così come Vincenzo, suo fidanzato.
In tutto il libro sono diversi i momenti in cui si stampa un sorriso sulle labbra.
So che chi sta leggendo penserà che sono matta a scrivere quello che ho appena scritto, visto le premesse fatte della storia raccontata nel libro.
Ma è così.
Come lo starnuto fatto da Vincenzo, che crea in casa uno scompiglio assurdo essendoci sia mamma che Robs con le difese immunitarie decimate dalle chemio. Peccato che il suo starnuto fosse stato provocato dal pepe finito nel naso. Ma noncurante di questo dettaglio, Robs mette il suo fidanzato alla porta, beffeggiando del fatto che è più degno lasciare le cuoia per il cancro che non per colpa di un raffreddore!

Tra le righe si legge un grande dolore di una figlia che si vede ancora figlia e non è pronta a diventare Donna adulta e matura senza la sua mamma e di una mamma che in silenzio, giorno dopo giorno, si spegne promettendo a sua figlia che avrebbero fatto ancora tante cose insieme.

Ci sono alcune parti del libro che vorrei riportare qui, perchè nemmeno a spiegarle non riuscirei a dare il senso che Robs voleva dare.

"....Sopra il mio cuore c'è una massa che schiaccia la mia, la nostra vita. Meriteresti una donna con cui guardare l'orizzonte senza paura. Una donna che non abbia ombre nello sguardo e lacrime relegate in gola. Una che respiri vita da tutti i pori e non che emani odore di medicinali e morte. Perchè non te ne vai? Perchè non scappi? Sarebbe più semplice vivere senza il rimorso di ciò che non posso e forse non potrò mai più darti...."

"Ognuna di noi ha la sua storia, la sua massa incastrata chissà dove da tenere a bada. Ci sono vite martoriate senza sosta, costrette a non abbassare mai la guardia perchè lui è lì, pronto a tornare. Madri di famiglia, giovani donne, ragazze appena adolescenti che non contano sogni, ma buchi e cicatrici sulla pelle."

"Caro Babbo Natale, avrei tanto voluto imparare tutto questo molto tempo fa. Per questo ti chiedo, nei tanti regali che stanotte caricherai sulla tua slitta, metti un po' di consapevolezza, per grandi e piccini, affinchè non sia il dolore il solo modo per capire il senso del nostro vivere."

"Non possiamo neanche abbracciarci, neanche accarezzarci. Siamo un pericolo l'una all'altra. Io potrei contagiare lei, lei potrebbe contagiare me. E allora, contro ogni legge della natura, stare lontano è l'unico modo che ci resta per essere veramente vicine"

".... Ho sempre temuto la solitudine, sin dal primo giorno, ho gridato al mondo con tutti i mezzi possibili che avevo un tumore. Lo grido, lo racconto, lo esorcizzo. Lo faccio salire dallo stomaco alle labbra, come uno sputo che finisce schiacciato a terra, senza possibilità di tornare indietro. E vinco, perchè nonostante la sofferenza al tramonto riesco a scorgere la brezza viva di una nuova alba."

"Non sprecate i giorni, le ore, i minuti a ricoprire ruoli che non vi appartengono e che vi hanno imposto: qualsiasi cosa arrivi a mettere uno STOP alla vostra vita, dovete essere sicuri di aver vissuto totalmente i vostri sogni fino a quel momento. Date retta. Non serve altro per essere felici."

"..... Eccola la normalità, in tutta la sua forza. 
Tavoli di risate e silenzi, starnuti, colpi di tosse, bambini che giocano a rincorrersi, l'odore della cucina, il trottare dei camerieri. 
Mi è salita la lacrima, lo ammetto, ma è rimasta ferma lì in attesa che arrivasse lei: 
la mia tanto sognata pizza margherita. 
E' martedì oggi, ma non il martedì dell'antivomito e dell'acqua e limone. 
Quella è roba passata. 
Oggi è il martedì della mozzarella filante, del basilico fresco e dell'impasto alla napoletana. 
Ho pianto si, come una cretina. 
Mi è colato il mascara e il rossetto se n'è andato lasciando spazio al pomodoro. 
Perchè la normalità, 
quella vera, 
quella da amare, 
ti spoglia di tutto, 
ti lascia frastornata e senza trucco. 
Ed è tremendamente meraviglioso".


TI VOGLIO BENE ROBS. 
TU CON NOI.
LEI CON NOI.

Laura


Inutile dire che i proventi del libro saranno devoluti al Comitato per la vita Daniele Chianelli, Associazione per la Ricerca e la Cura delle Leucemie, Linfomi e Tumori di Adulti e Bambini.

Per acquistare il libro clicca  qui


domenica 20 novembre 2016

Un taxi tutto speciale "Milano 25".

"C'era una volta un taxi, il più colorato e bizzarro del mondo.
E c'è ancora.
Gira a Firenze e si chiama "Milano 25" 
e alla guida c'è la persona che ha scritto questa favola:
Caterina Bellandi.
Chi ha bisogno di ritrovare il sorriso chiama il suo radiotaxi 
e in cinque minuti arriva una ventata d'energia, 
col sorriso di "Zia Katerina", 
vestita come una fata con un grande cappello a fiori...."

Così inizia questa meravigliosa storia raccontata nel sito internet "milano25" 
che profuma di favola anche se di favola non si tratta.
La straordinaria donna di cui vi parlo oggi è Caterina Bellandi che nel 2001 vede morire suo marito di un tumore ai polmoni, il quale faceva il taxista dell'oggi rinomato "Milano 25" e passa a lei, come in una gara di staffetta, un arduo compito: "Sarai tu Milano 25" le dice poche ore prima di morire.

E lei, da impiegata d'ufficio, onora il suo mandato e sale a bordo di questo taxi inizialmente come risposta d'amore al suo personale dolore, per poi diventare "un motore di solidarietà".

Milano 25 oggi è un taxi speciale, 
che fa corse gratuite ai familiari e ai bambini malati di tumore che devono recarsi all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze
All'interno di esso si trovano pupazzi, peluche, palloncini e caramelle. 
E trovi lei, un personaggio fantastico reale,
un mix tra una fata e un clown, che rende la corsa davvero speciale.

Inutile dire che negli anni ha ricevuto molti riconoscimenti, 
tra cui nel 2007, quello di "ambasciatrice di solidarietà" per la città di Firenze.

Zia Caterina



Oggi volevo tanto farvela "conoscere" se così si può dire, anche se solo virtualmente.

Perchè c'è un mondo da scoprire là fuori 
e non  sempre è fatto di litigi, incomprensioni, violenza e guerre,
ma è anche fatto di solidarietà, condivisione e di buon cuore.

E Caterina Bellandi credo sia un esempio straordinario.

Per maggiori informazioni visitate il sito: www.milano25onlus.org

Buona giornata a tutti.
Laura


giovedì 7 luglio 2016

Per non dimenticare... Vivere dopo il cancro



Oggi vorrei raccontarvi di loro, 
le Donne meravigliose
che si sono prestate ad essere fotografate
durante la malattia e dopo la malattia,
per finire in questo libro.

Alice 
Barbara
Chiara
Dolores
Federica
Itala
Barbara
Manuela 
Mariagrazia
Patrizia 
Raffaella
Valeria 
Ornella

Ognuna di loro ha raccontato un pezzo di se 
e Dio solo sa, quanto i loro pensieri possano essere condivisi 
da chi il cancro l'ha avuto 
e anche chi vive di controlli 
sente che il cancro vive sospeso tra la prima e la seconda pelle.

Perché a volte credo che l'anima non guarisca così facilmente, quando la ferita è profonda.

"Una vita da vivere a pieni polmoni"

Questa è la dedica che ho su questo libro.
 E direi che non è per niente scontata.

Grazie Ornella per il tuo regalo.

Con affetto
Laura

mercoledì 17 febbraio 2016

Il giro del mondo in 4 scatti

E poi ci sono le giornate così.... 
E la fortuna in questi casi è quella di conoscere una fulminata come me a cui far recapitare fotografie dalla propria casa facendomi fare il giro del mondo in quattro mura.









Mi sono state mandate tanto tempo fa,
nei giorni in cui Teresa non poteva uscire di casa,
dopo la chemio.
Queste foto le ho tenute custodite per tanto tempo,
perchè mi hanno fatto riflettere molto.
Teresa anzichè abbattersi in quei giorni,
si è reinventata.
Ha vestito i panni di miglior tour operator dell'anno
e ha deciso di farmi fare un giro special.

Certo, come ho detto prima, ha avuto un lavoro facile,
visto che dall'altra parte del telefono c'era una stordita come me,
che altro non poteva fare che tenerle compagnia.

Ma lei ha reso tutto speciale.
Come sempre.

Io non ho davvero parole.

Da te c'è sempre da imparare.


I love you my little sister.

Laura


domenica 14 febbraio 2016

Biglietto augurale

Ogni tanto capitano delle cose inaspettate che però 
credo fermamente non siano mai a caso.

Erano i primi giorni dell'anno e trovandomi a casa dei miei, 
mi stavo assaporando lo spettacolo 
che la natura del mio paesello mi regalava.

Era sabato mattina ed ero al mercato con mia sorella e mia mamma,
 il che non succede praticamente mai vista la distanza che ci divide.

Quando mi piace vedere le persone 
che si fermano in mezzo al mercato, 
per un saluto, due chiacchiere.
Quella mattina mia mamma venne fermata da  una sua cugina 
e continuava a coprirla di complimenti 
per le splendide figlie che aveva mia mamma. 
E io e mia sorella che sorridevamo.

Quanto adoro questi piccoli episodi. 
Sanno di famiglia,
di legami.

E mentre mia mamma continuava le sue chiacchiere, 
io e mia sorella, già gonfie per i mille complimenti appena ricevuti, 
iniziammo a girare per il mercato. 

Appoggiai lo sguardo su un paio di stivaletti con tacco 
(no giuro... non stavo facendo shopping) 
e mentre facevamo considerazioni tra sorelle, 
si avvicinò una suora del paese e ci porse un bigliettino,
facendoci gli auguri di un buon anno.


 Ci scambiammo due parole, 
la ringraziai per il biglietto e ci benedì. 
Lì, in strada, come se fosse la cosa più naturale del mondo. 
Ed in effetti per un credente, un professatore di fede, 
credo che succeda davvero così. 
E' il loro pane quotidiano. 

Finii i miei acquisti, 
perché alla fine non resistetti davvero a quel paio di scarpe, 
e continuai a camminare. 

Iniziò a nevicare. 
E mentre quei fiocchi leggermente ghiacciati 
si posavano sulla mia testa, sul mio giubbotto 
aprii il biglietto e rimasi senza parole.


C'è una cosa che mi sono ripromessa da quando 
sono caduta (per un attimo) nel mondo della malattia.
Che con i pochi strumenti a mia disposizione, 
avrei cercato di far nascere un sorriso 
a chi si fosse scontrato con un grosso ostacolo da superare.
Il senso del blog era questo. 
E' questo. 
E quando ho letto quel biglietto 
non so se Dio voleva farmi capire che avevo imboccato la strada giusta. 
O se voleva dirmi che dovevo impegnarmi per questo.
Poco importa.

Quello che farò, 
per quanto mi sarà possibile, 
sarà questo:

"essere consolatore e tenerezza 
per ogni fratello che incontro"

Promessa.

Un bacio a tutte.
Laura
 

venerdì 29 gennaio 2016

La nostra Winx

Avete presente le fate magiche?

Quelle che qualsiasi cosa accada, arrivano a sistemare la situazione?

Ecco la nostra amica l'ho soprannominata così.

Fa sempre parte di quelle Anime Belle.

Mamma di 4 splendide bambine.

E diciamolo pure, guerriera in prima linea.
Cancro al seno.

Se non lo avesse sentito, se la sarebbe presa in 6 mesi circa.

E invece, essendo una Winx, 
magicamente ha sentito quella palla sotto il suo seno sinistro. 

Come da protocollo, ha dovuto fare un ago aspirato 
e il 17 marzo 2015 alle ore 9.10 circa 
gli è stato confermato l'esito: 
carcinoma infiltrante maligno, C5, G3, non ormonale, con il 90% di prolificazione. 
Non ereditario.

Previsione terapia: 
12 infusioni settimanali 
date da 4 di rossa,  taxolo, herceptin, 
per continuare ogni 21 giorni con herceptin con 18 infusioni totali . 
Nel frattempo in concomitanza con le infusioni settimanali si è beccata 30 radio tra capo e collo.

 Il suo percorso, iniziato il 22 maggio 2015, finirà ad estate inoltrata.

Una storia come tante. 

Però questa è la sua.

La cosa che mi fa più sorridere è che ogni mattina, 
nel nostro gruppetto, 
ognuno scrive gli impegni della giornata. 
Chi è ancora in terapia chemioterapica e quindi gli ospedali li frequenta con assiduità, 
chi come me, li vede ogni mese per il lavaggio del port ed ogni 6 mesi per i controlli, 
chi ogni 3. 
Insomma gli appuntamenti ospedalieri 
davvero non ci mancano, 
ma soprattutto non manca 
l'apnea, 
la paura, 
la speranza,
le notti in bianco
che accompagnano questi appuntamenti.

E con molta naturalezza, 
la nostra Winx 
quando è il giorno della terapia, 
continua la sua vita come sempre. 
Porta le bambine a scuola, all'asilo, 
si reca in ospedale, 
fa la terapia, 
esce 
e ritorna a prendere le sue Principesse.

Sembra scontato.

Ma non lo è.

C'è chi si abbatte, chi si dispera, 
invece Lei mette nella sua borsa 
tutta la sua stanchezza, 
la debilitazione che solo un veleno come la chemioterapia può darti, 
e prosegue nella vita di tutti i giorni, 
dividendosi tra l'essere 
mamma, 
moglie, 
figlia, 
sorella 
e amica.

So che questo gruppo le è stato anche d'aiuto. 
Non accettava di uscire con la berretta o il foulard 
perchè non si sentiva a suo agio, 
ma anche la parrucca, 
che è l'unica alternativa che ci viene concessa 
per celare i segni di una malttia, 
non le si cuciva addosso.
Quelle situazioni di disagio, 
che sanno di "non vedo l'ora che finisca tutto". 
Ma che al primo posto ci fanno sempre mettere il ruolo che rivestiamo ogni giorno: 
essere mamme.

E piano piano abbiamo incalzato. 
Con i capelli rasati spiccava il suo volto, 
luminoso e spigoloso al tempo stesso. 
Una risorsa.
Le abbiamo fatto capire che era davvero bella senza capelli. 
Dalle nostre fashion girls Benedetta e Teresa, 
le quali sono meno attempate di me e della Winx,
sono arrivati i consigli: 
"metti un rossetto rosso 
e qualcosa di colorato
 e vola solo come una fata riesce a fare".

(Non nego che da quel momento tutte le Anime del gruppo si sono munite di rossetto, 
esclusivamente rosso, per non sfigurare di fronte alle nostre fashion girls)

Credo che attraverso i nostri occhi 
si sia vista in modo diverso. 
Bella.

E mentre messaggiavamo con tutti questi complimenti, 
lei si stava preparando per uscire a cena al ristorante del fratello e continuava a dire 
che quella sera non ce l'avrebbe fatta ad uscire senza parrucca, 
ma allo stesso tempo non riusciva nemmeno a mettersela.
Le abbiamo detto che si doveva dare tempo perchè tutto accadesse, 
che un bel giorno tutto le sarebbe stato troppo stretto, tanto da consentirle di fare il salto,
ma allo stesso tempo le abbiamo stuzzicato l'anima dicendole di non crogiolarsi sugli allori.

Il tempo arriva per tutto.

Salutandola le abbiamo detto di mandarci 
una foto di ciò che avrebbe mangiato.
(siamo golose e buone forchette)

E poi la sorpresa. 

La foto arrivò.

E ci riempì il cuore.

Era con la sua testolina piena di capelli cortissimi 
ed un rossetto rosso. 

Ed era uno splendore.

Aveva superato anche quello scoglio.

Grande Donna.


Sentirla al telefono è uno spasso.
E' di quelle persone che vanno al sodo subito, 
concrete, 
senza tanti giri di parole, 
che,o le vai a genio o, 
se non capita nei primi 10 minuti, 
forse non le andrai mai.
Qualche parolaccia ogni tanto,
 giusto per far capire che a volte tutto questo 
è davvero difficile da sopportare.

Però ti dà l'anima.

E' riuscita a spedire in 24 ore ai piedi dell'Italia a Teresa il cellulare,
solo perchè Teresa l'aveva fatto finire nell'acqua. 

Facendo una coda colossale alle Poste. 

Ma l'ha fatto senza batter ciglio. 

Ed era nei giorni post chemio.


Credo di sapere come mai io sia finita nella sua vita.
Compio gli anni il 18 marzo.
Ricordo che quando gliel'ho detto,
ha impersonificato nelle mie parole
 il cancro.
Coincideva con  il giorno dopo la data della fatidica notizia 
in cui ha saputo di essere malata.

E credo di essere arrivata a sfatare quel giorno, 
a riscattare quel maledetto giorno che le è stato tolto.

Verserà ancora lacrime, ne sono certa. 

Ma si mischieranno alle risate che ci faremo 
perchè inizieranno a prendermi in giro 
dicendomi che inizio ad essere vecchia. 
Che ormai sono arrivata a 41 anni, etc, etc.
E mentre lei avrà in mente il ricordo terribile di quel giorno, 
io le manderò la foto del dolce meraviglioso 
che ordinerò a fine cena del mio compleanno.

E magari succederà che 
un compleanno lo festeggeremo insieme,
riempiendo così quel giorno di forti emozioni, 
di risate, 
di chiacchiere, 
di vita.

Ovviamente sempre con il rossetto rosso.

 E adesso vola Gio Winx
perchè le ali noi le abbiamo davvero. 

Ti voglio bene.

Laura

domenica 20 dicembre 2015

Anime Belle

A volte ci sono storie pazzesche
per le quali non si trovano mai le parole esatte
per descriverle come si deve.

Sono una persona che tiene molto all'amicizia,
che la coltiva,
la cura,
la tiene viva.
Tutti credono che io sia brava in questo.
Forse pochi sanno che ho bisogno di essere nei
cuori altrui,
per sentirmi coccolata e protetta.

La distanza enfatizza tutto questo mio bisogno.
Ancora oggi ho amiche d'infanzia
con cui sono in contatto
e non appena ci si risente
è come se l'avessimo fatto il giorno prima,
mentre magari sono passati mesi.

Amo il contatto,
il ritrovarsi,
il fare due chiacchiere,
il raccontarsi,
lo sfogarsi
magari di fronte ad un caffè
o ad una pizza.

Quindi non sono un'amante delle amicizie virtuali.
 
Ma ci sono cose che inspiegabilmente succedono.
E noi siamo una di queste.
 
Il fato ha voluto che ci incontrassimo in questo modo.

ANIME BELLE 

questo è il nostro nome.

Il très-d'union è stata l'amica del sud, Teresa,
che con la sua bacchetta magica
ci ha unito tutte in maniera virtuale, almeno inizialmente.

Anche se il vero très-d'union è la malattia.

Questa volta non necessariamente solo il cancro.

Abbiamo aumentato il nostro vocabolario:
carcinoma mammario,
linfoma,
osteosarcoma,
agenesia del sacro.

 Ma diciamoci la verità...
Il carcinoma mammario 
è quello che va per la maggiore!!!

La cosa straordinaria è che in questo gruppo di amiche
si trattano argomenti che per noi
sono estremamente normali,
ma che in realtà
sono eccezionalmente folli.

Ogni giorno arrivano foto di questo o quell'ospedale,
foto di questo o quel macchinario a cui in quel momento è attaccata un'anima bella.
Foto di un letto d'ospedale con le protagoniste vestite a festa per un giretto in sala operatoria.
Chi verde chiaro, chi bianco, chi azzurrino...
E che dire della cuffia meravigliosa e dei calzari che ci ficcano ogni volta indosso?
Come fossimo dei puffi in cerca del nostro fungo.

Poi foto
dell'ennesimo lavaggio del port,
della targa con scritto "oncologia",
del referto dove a volte sono cerchiati dei valori.
Altre volte, quando ci va di culo, tutto liscio;
della valigia pronta per l'ennesimo ricovero,
delle dita incrociate inviate da ognuna come cabala.

E in mezzo a queste foto
ci sono righe di noi,
parole,
dove piano piano ci scopriamo,
ci conosciamo.

A volte ridiamo a crepapelle
facendo impazzire alcune delle protagoniste
cambiando i colori della chat
o affibiando nomignoli qua e là.
Sono i momenti in cui ci si dimentica del proprio quotidiano.
I momenti in cui ci sentiamo leggere.

Poi però ci sono quelle volte in cui le cose si fanno serie.
Quando si è in attesa di un esito, di una visita, di una speranza,
quasi come una sorta di sentenza.

Allora lì bisogna indossare i vestiti magici
e trasformarci nelle Winx per volare
ed essere all'altezza dei nostri sogni.


Tutte,
ognuno a modo proprio,
fa sentire la sua presenza....

Nessuno chiede niente a nessuno.
Ma tutte siamo lì,
proprio in quel preciso istante,
in cui se ne ha più bisogno.

Piano piano questa fitta rete di amicizie virtuali si sta concretizzando.

Unire nord e sud effettivamente non è così facile.
Ma noi stiamo lavorando per noi stesse.

E ci stiamo incontrando per davvero.
E quando accade è
ALCHIMIA PURA.

Ognuna è impegnata con la propria vita.
Partiamo con le nostre piccoline,
che hanno 24, 27 e 30 anni,
per poi passare alle quarantenni
e finire con chi si avvicina ai 50
(o forse li ha toccati. Chi lo saprà mai).

Chi si destreggia tra lavoro e figli.
Chi il lavoro lo vorrebbe ricominciare.
Chi per ora deve lasciare nella lista dei desideri l'idea di avere un figlio.
Chi ha scritto un libro.
Chi ha dato testimonianza con degli scatti della metamorfosi che fa la malattia.
Chi ha aperto un blog e imprime nelle parole le proprie emozioni.

Come fossimo strumenti musicali di un'orchestra.

Ognuno suona la sua musica.
Ma quando suoniamo insieme,
esce la sinfonia più bella
che sa di vita
di speranza
di amore.


 















 










SEMPLICEMENTE


"Ogni persona che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un pò di se e si porta via un pò di noi.
Ci sarà chi si è portato via molto,
ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla.
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita
e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso"

 (Jorge Luis Borges)


Grazie
ANIME BELLE

Teresa
Roberta
Roberta
Francesca Paola
Benedetta
Giovanna
Annamaria
Federica
Ornella

Anche voi vi siete aggiunte nel mio mondo per rendere ogni giorno speciale.

Con immenso affetto.
Laura