lunedì 27 novembre 2017

Soffia forte il vento nel cuore di mio figlio (Carolina Bocca)

E come sempre mi ritrovo tra le mani un libro, appena finito di leggere, da cui fuoriescono infiniti lembi di post-it.

SOFFIA FORTE IL VENTO NEL CUORE DI MIO FIGLIO.
Questo il titolo.

CAROLINA BOCCA.
L'autrice.

Ma in questo caso per me è quasi riduttivo definirla solo autrice. 
E' la mamma, è la moglie, è l'amica che si è rimboccata le maniche anche quando addosso non aveva nessun vestito!
E' la Donna che si è ritrovata a scavare dentro se stessa per salvare il proprio figlio.

Quante volte vorremmo salvare i nostri figli dalle loro difficoltà? 
Piccole o grandi che siano.
Difficoltà dovute all'età, step di crescita, di maturazione, a cui noi genitori non siamo pronti.
 Quante volte vorremmo risparmiare loro dolore, inadeguatezza, senso mancato di autostima.
E ci ritroviamo a interrogarci di notte, quando nessuno ci vede, se quel tipo di atteggiamento avuto, quel castigo dato, quelle parole spese, serviranno a qualcosa.
Nella fottuta speranza che tutto vada sempre per il meglio.

"Mi preoccupa quello che vedo e temo quello che non vedo.
C'è bisogno di scavare ancora, per capire di più.
Rimugino, rifletto e finalmente mi decido a un passo cruciale, preludio e presagio dell'ingresso all'inferno." 

Carolina ha dovuto demolire le sue certezze (o almeno quelle che credeva certezze) e mettersi a nudo, in primis lei, per poi potersi ricostruire.
L'ha fatto per lui, Seba, suo figlio, la sua ragione di vita, che nonostante il troppo amore ricevuto, ha incontrato un ostacolo, la droga, e inesorabilmente è caduto.
E lei ha teso quella mano nonostante lui quella mano non la vedesse o forse, non la voleva vedere.
Ma lei imperterrita non ha gettato la spugna nemmeno un momento. 
Quella mano tesa non l'ha tolta nemmeno un secondo del suo tempo, e lui alla fine l'ha stretta per sempre.
Chiunque potrebbe sentirsi il diritto di scrivere pagine infinite di parole (inutili a mio parere) su come un ragazzino di 16 anni possa arrivare a tanto. 
Perché siamo tutti bravi a giudicare gli altri, a sentenziare e dare verdetti finchè il figlio, il marito, il fratello, la sorella, la mamma, il papà e tutti i gradi di parentela possibili  E' DEGLI ALTRI.
Ma quello che forse dovremmo imparare a fare, è che non sempre "CAPITA AGLI ALTRI".

"Quando si è pieni di sentimenti negativi, il grande desiderio è di dire basta a tutto e a tutti.
Va bene, basta. Per ora basta!
Sospenda, se può, ogni suo pensiero e rimanga chiusa dentro se stessa, con se stessa. 
Occorre tornare nel profondo di sé, nel nostro luogo sicuro dove c'è pace, quella che permette al cuore di posare il suo dolore e di trovare un po' di riposo.
Non è facile, ma possibile!" 

Nemmeno mettersi nelle mani di persone esperte è sempre facile.
Perché vuol dire mettere la propria vita sotto raggi x, al fine che qualcuno, se abbiamo fortuna, possa rilevare cosa c'è che non va.

"Tutti noi abbiamo le nostre difese e a volte non ce la facciamo ad affrontare il dolore e la fatica che la realtà ci provoca. Far finta di niente è chiudere gli occhi: non si vede il pericolo in faccia. Non far finta di niente richiede un'energia enorme e mettersi in discussione. Quando si ha un figlio in queste condizioni, senza parlare di colpe, perché la colpa in senso assoluto non esiste, esistono indubbiamente delle responsabilità. Analizzarle può far male."

A volte fare "finta di niente" sembra una buona soluzione.
Ma non porta mai a nulla.
E Carolina Bocca ce lo insegna alla grande.

"La chiave di tutto è l'amore. Tutti sbagliamo e come tutti anche noi abbiamo commesso degli errori, ma l'abbiamo fatto per amore, con amore. Mai con l'intenzione di far soffrire, mai in cattiva fede. Abbiamo agito sperando, credendo di fare bene, il meglio che avremmo potuto. Senza risparmiarci, solo vittime di errori commessi ancora prima da altri su di noi e da altri ancora su di loro."

"Ho capito. Trasmetto ansia a chi mi sta vicino. Quello che per me è sano alimento quotidiano, il mio modo di gioire della vita, il sale e il significato di ogni giornata, quello che mi fa andare a letto soddisfatta, per molti è un'asta troppo alta, che non ti fa dormire dalla preoccupazione di non farcela, che ti fa sentire inadeguato.
L'ho voluta io la trasparenza, la raggiunta consapevolezza che dà a tutti l'opportunità di esprimere il proprio sentire senza remore né barriere.
Ne assumo le conseguenze.
Grande lezione per me, ancora una volta mi ero distratta dal proposito perpetrato un anno fa: accogliere gli altri, per primi i miei figli, per come sono, fare un passo indietro, non trasporre su di loro, o imporre loro, i miei sogni e le mie aspettative. Dovrebbero farlo tutti i genitori, affinché i figli possano vivere serenamente e sbocciare naturalmente. I nostri figli sono altro da noi, hanno ognuno il proprio KARMA; noi abbiamo il diritto di sognare che seguano certe strade, ma non possiamo pretenderlo."


C'è una lettera che mi ha commosso oltre modo.
Ed è quella che Carolina scrive a Seba.
In realtà gliene scrive tante.
Ma questa traspira amore materno in ogni riga.

"Caro Seba, amore mio grande,
se solo sapessi quanto vorrei poter tornare indietro nel tempo per riscrivere la nostra storia, la tua, la mia, quella di papà e di tutte le persone che ne hanno preso parte. 
Se solo potessi sentire l'amore che ho per te, 
se solo potessi stringerti e incrociare il tuo sguardo, 
se solo....
Sono certa che le tue ferite guarirebbero velocemente. 
Ma visto che la vita ci mette di fronte a prove difficili per renderci persone migliori, 
accetto anche questa sfida e tengo duro, con tutta la grinta che ho, 
perchè noi, insieme, usciremo da questa situazione 
e tu, amore, darai voce a quel Seba pieno di talenti, di sensibilità e generosità che vive in te. Ricordi quando ti parlavo della "moltitudine di io"? Te lo ricordi? 
Quando ti spiegavo che ognuno di noi sceglie di essere come vuole essere? 
Beh, questa è la tua occasione, un po' forte, ma tu sei uno tosto e con l'amore di tutti noi e l'attenzione delle persone che sono intorno a te, capirai qual è la tua vera natura e quale strada intraprendere. 
Io sono con te Seba, giorno e notte, notte e giorno, non ti lascio mai.
Ti penso, ti sento e ti sostengo con il pensiero: "Lo sapevi che sono anche un po' streghetta?". 
Quindi, amore mio, non demordere, tira fuori la forza che hai e vedrai che scoprirai la magia di una vita meravigliosa, quella che meriti, perchè tu sei la mia meraviglia. 
Ti amo.
Mamma." 

Ci sarebbero ancora infinite cose da dire.
Ma il consiglio migliore è quello di leggere questo libro.
Io ovviamente, per l'indole che ho, ho riportato solo quei "pezzi" in cui emerge la tenacia, la forza di non mollare, ma il libro è davvero pieno di dolore, di intoppi, di scivolate, perchè la vita alla fine è anche questo.

Grazie Carolina per aver dato dimostrazione che l'amore di una mamma può tutto.

Grazie a Gianpietro e Serenella della fondazione Ema Pesciolinorosso http://www.pesciolinorosso.org/, di cui ho parlato a suo tempo (qui): se non vi avessi incontrato sul mio percorso, forse oggi non avrei avuto il piacere e l'onore di leggere questo libro meraviglioso e di conoscere Carolina.

E tornando a te Carolina, un abbraccio stretto stretto dal profondo del cuore.
Con immensa stima.
Laura