domenica 29 marzo 2015

"La conoscenza è potere"

Mi dispiace.

E' tutto il giorno che mi trovo combattuta sul fare o no questo post. 
Se usare un tono oppure un altro. 
Ho anche detto "Laura fai la brava, hai tanti post pronti, mettine un altro stamattina"... e invece non ho pubblicato niente... perchè ero già fuori dalla Divina Grazia.

Poche volte mi incazzo davvero, e oggi nonostante la mia giornata sia stata susseguita da alcuni piccoli pensieri (mia figlia che non sta bene, lavoro sempre di corsa, giro in oncologia) ho capito che ero incazzata per qualcosa di specifico che mi ha proprio rimescolato.

Mi sto riferendo all'articolo pubblicato su "La Stampa Società"  del 19.05.2013 che non è altro che una lettera scritta da Giacomo Poretti (per la cronaca è il Giacomo di Aldo Giovanni e Giacomo) e che si intitola "La mia lettera alla vita: sei così tremenda che rinuncio al naso" 

Come sempre invito tutti a leggere l'articolo direttamente dalla fonte (qui) prima che possa dare un'interpretazione sbagliata, anche se credo fermamente sia difficile dare un'interpretazione falsata di quanto scritto.

Facciamo un pò di ordine ed un passo indietro...
e spieghiamo cosa è il gene BRCA 1 e BRCA 2...

Il gene Brca1, insieme a Brca2 (BReast CAncer Susceptibility Gene 1 e 2) nella sua normale attività impedisce l’insorgenza di neoplasie controllando la stabilità del dna. Si chiamano per questo geni soppressori dei tumori, ma se sono mutati questa attività di freno viene meno, le cellule accumulano più mutazioni nel dna, comprese quelle che favoriscono la trasformazione neoplastica. 
Le donne che possiedono mutazioni a livello dei geni BRCA 1 o BRCA 2 rischiano di sviluppare un tumore alla mammella nell'87% dei casi, contro una probabilità del 10% dei non portatori di mutazioni e di sviluppare un tumore ovarico nel 44-60% dei casi, contro una probabilità dell'1% dei non portatori.

E adesso arriviamo a Lei... Angelina Jolie. 
Ho preso spunto proprio dalle sue parole per dare il titolo a questo post.

"La conoscenza è potere". 

E Lei non si riferisce solo al fatto di sapere che è portatrice del gene BRCA 1 ma anche di aver potuto valutare la sua condizione con la consulenza di esperti e conoscere le diverse opzioni per la sua situazione.
 (considerando che ha perso la nonna, la mamma e la zia per lo stesso cancro)
Il rischio di ammalarsi ha quindi spinto l’attrice verso una mastectomia bilaterale alle mammelle e verso la rimozione delle ovaie e delle tube di Falloppio, soprattutto dopo gli ultimi eventi. Dopo alcune analisi del sangue eseguite nelle scorse settimane – fatte ogni anno per via della citata familiarità – la Jolie ha infatti scoperto che, sebbene i valori di Ca-125 (un marker del tumore ovarico) fossero normali, non lo erano quelli di alcuni marcatori infiammatori, piuttosto elevati. Un indice, forse, della presenza di cancro agli stadi precoci, hanno avvertito i medici. Sono così cominciati gli esami: ultrasuoni, tac, Pet, tutti con esito negativo. Rimaneva comunque una piccola possibilità che il cancro esistesse ancora agli stadi precoci e che fosse sfuggito alle analisi, e si prospettava la possibilità di ridurre il rischio sottoponendosi all’esportazione di ovaie e tube di Falloppio. E la Jolie ha scelto questa opzione: un’operazione meno complessa della mastectomia, ma con effetti ben più complicati, come la menopausa forzata (oltre all’impossibilità di avere altri figli) e l’assunzione di farmaci per mantenere un bilancio ormonale, con i possibili effetti collaterali.
Una parte del rischio è stata rimossa (e anche un piccolo tumore benigno in un’ovaia, ma nulla di più), ma non tutto il rischio. L’attrice rimane infatti suscettibile al cancro, più della popolazione in generale: mutazioni nei geni Brca aumentano, per esempio, il rischio di cancro al peritoneo e al pancreas (dati dal National Cancer Institute).
L’ovariectomia sì, riduce drasticamente il rischio di ammalarsi, ma non si tratta di una scelta facile, ribadisce la Jolie: bisogna confrontarsi con gli esperti, pesare le opzioni, e inserire tutto nel quadro della propria vita personale (diverso è l’approccio per chi ancora figli non ne ha avuti, di certo). Perché, va detto, l’asportazione delle ovaie e delle tube di Falloppio non è l’unica prevenzione: si può scegliere anche di sottoporsi a controlli frequenti o affidarsi alla profilassi farmacologica.

Tutto quanto scritto relativo all'attrice l'ho estrapolato dalla fonte "Galileo - giornale di scienza" (qui).

E adesso arriviamo a lui: Giacomo Poretti e la sua lettera e il suo naso...

Voglio dirgli un pò di cose:
fare una colazione solo con pane e acqua anzichè con pane e nutella, yogurt e spremuta non gli preclude la possibilità di essere sano;
salutare il figlio senza entusiasmo solo perchè quando adolescente, non lo degnerà di uno sguardo, non gli preclude la possibilità di vederlo con l'abito da sposo/a;
evitare di portare il caffè a letto a sua moglie non gli preclude la possibilità di invecchiare insieme.

Lui la chiama durezza preventiva... che in sostanza non è altro che "mi privo di una gioia ora per evitarmi un dolore domani!"

Il dolore di cui si parla nel caso di una possibilità di cancro, è quella di provare con mano il senso della paura, quella che ti invade il corpo e ti fa pensare se ce la farai davvero, se potrai invecchiare con tuo marito, se potrai vedere crescere i tuoi figli, se potrai gustarti i tuoi amici, i tuoi genitori, tua sorella... perchè quando la parola cancro entra in casa tua quella paura è in tutte le cose che fai e se sei anche positivo al gene come la Jolie, hai l'87% in più che tutto ciò può accadere o riaccendere...

E allora sa cosa le dico Sig. Poretti  di fronte al fatto che dice che se le viene un raffreddore è come se fosse ammalato l'87% del corpo, e la sofferenza sarebbe troppa,  tanto da farle decidere di vivere senza naso per risparmiarsi sta sofferenza (complimenti per l 'ironia!!!) 
le rispondo augurandole che non le capiti mai che uno dei suoi affetti al femminile possa vivere un'esperienza come il cancro, o ancora una positività al gene di cui sopra... altrimenti capirebbe cosa vuol dire portarsi dietro il peso di quell'87%.

E  le dico pure" la conoscenza è potere"

Tanto le dovevo.

Laura


lunedì 23 marzo 2015

PINO & ROSETTA

Questa è la storia di Pino & Rosetta.
Una storia di simbiosi, di scambio reciproco, di coesistenza.
Però non fatevi ingannare dai nomi...
Chi sono? Ma è semplice...

Pino il dispositivo e Rosetta la tetta!!!

Facciamo un passo indietro... 

Dopo il mio 2° intervento, quello di ricostruzione, dovevamo battezzare la nuova tetta... e tra uno scambio e l'altro nel gruppo di whatsapp con i miei parenti pink (la zia speciale, le cugine, mia mamma e mia sorella) è arrivato il suo nome, che più indicato di così non si poteva...
ROSETTA... LA TETTA!!!

Qualche giorno dopo le dimissioni dall'ospedale, avevo il primo controllo in oncologia, e ovviamente tra i tanti discorsi, siamo arrivati anche al port a cath (ndr: dispositivo sottocutaneo, messo appena sotto la clavicola e appena sopra la tetta, in questo caso proprio Rosetta), comunicandomi che almeno almeno, l'avrei tenuto per 2 anni...

Anche qui tra un messaggio e l'altro su whatsapp, questa volta con la mia cognatina, riportandomi l'esperienza della sua amica di sempre, mi dice che potrei dargli un nome, una sorta di amico fidato...
e allora ecco che la mia folle mente sforna il nome...
PINO ... IL DISPOSITIVO!!!!

E qui nasce l'amore...

Pino si rende conto che esiste grazie a Rosetta, senza la tetta finta, lui non sarebbe nato, non sarebbe stato bucato per ben 6 volte ufficiali (ndr: le chemio) e una miriade di volte ufficiose.
Quelle ufficiose sono i buchi che preferisce, perchè si fa una bella doccetta e se ne esce ringalluzzito e bello pulito (ndr: non sono altro che i lavaggi mensili fatti in oncologia). 

Rosetta, che si trova appena sotto di lui, sente questa scia di profumo di pulito e capisce che non può che essere Pino. E lui si gonfia per bene, sentendosi perfetto.


E cosa dire di Rosetta, come ogni donna sa che poteva fare a meno di Pino, in qualche modo le terapie per guarirla (ndr: o meglio per guarire l'involucro in cui lei è inserita, cioè la sottoscritta) gliele avrebbero fatte lo stesso. 
Perchè le donne fanno tutto lo stesso. 
Però sa che con Pino tutto è più semplice. 
Lui è discreto, nascosto, ma non troppo. 
Un pò tondo e spigoloso quando vuole.
A volte rompe anche le palle... 
ma sopporta pazientemente come solo ogni donna sa fare.

Loro lo sanno che non si potranno mai incontrare, 
perchè c'è una distanza statica che non si può annullare.

Lui è appena sotto la clavicola, scavato dentro il muscolo, ancorato nella vena sino ad arrivare all'atrio destro del cuore.

Lei è lì, 
nel luogo più femminile del mondo,
 sotto quella pelle che ha visto sfamare due figli, 
ha sentito i brividi delle emozioni più forti.
Ora è abitata da un bel cumulo di silicone,
ma tiene botta!
E quando ha la giornata storta, 
sa di poter guardare in alto e
per almeno due anni, 
sa che troverà lui...




Oggi loro avevano bisogno di essere raccontati come in una favola. 

Un bacio a tutte.
Laura

venerdì 20 marzo 2015

DOG THERAPY

Buongiorno a tutte.
Oggi voglio dirvi che sono fermamente convinta che i miei cani in qualche modo hanno fatto un corso di "DOG THERAPY" senza dirmelo.
In tutti i mesi in cui la stanchezza faceva da padrone, la nausea nauseabonda invadeva la camera da letto, loro si presentavano con il loro naso bagnato e spintonandomi il braccio, pretendevano una carezza, una coccola.
Era il loro modo per dire: ci siamo anche noi qui con te. Non sei sola.
A volte questo succedeva in quei giorni in cui i bambini andavano in vacanza dai nonni, per distrarli e per non fargli vedere gli effetti collaterali che la loro mamma era obbligata a sopportare.
E loro erano li, con il guinzaglio alla bocca, la coda che sventolava a destra e sinistra a suon di battipanni e sono state loro tante volte a convincermi ad uscire, durante il tramonto di serate di mezza estate, per una passeggiata.
A volte l'amore che uno prova per un cane viene condannato, magari sminuendolo proprio dicendo: non ha figli! Se li avesse capirebbe la differenza!
Beh io due figli li ho, e posso dire che è proprio chi dice frasi del genere che non capisce la differenza.
Sono due cose diverse. E' vero, ma le mie due codine scodinzolanti, sono un valore aggiunto in questa famiglia: per me, mio marito e i miei adorati figli.
Non sarebbe la stessa cosa senza di loro.

GRAZIE LUNA & KUBA













Un bacio a tutte.
Laura

mercoledì 18 marzo 2015

MI & CI

Quando racconto di quanto le persone mi sono state vicine in questo ultimo anno, credo di non spiegarlo mai abbastanza.
Mi è stato  detto più volte che se ho tante persone che mi vogliono bene, vuol dire che anche io ne dò tanto. 
Onestamente questo non lo. 
Mi sento sempre in debito nei confronti della vita perchè mi ritengo, nonostante tutto, una persona molto fortunata.
Sarò folle, può darsi. Di certo non sono l'unica.
Adesso vi spiego bene.
18 marzo 2014 - giorno del mio compleanno.
Come ben sapete abito a 300 km dalla mia famiglia, da mia sorella e dai miei amici.
Erano esattamente 18 giorni che la parola cancro era entrata a casa mia. 
Non sono niente, per digerire una parola così.
Era di martedì. 
Quindi la mia famiglia non poteva fisicamente arrivare a farmi gli auguri.

Allora è arrivata lei... o meglio loro... a modo loro.... 
MI & CI.... la prima mia sorella, l'altra l'amica d'infanzia.

Mi hanno cullato, abbracciato e tenuto compagnia in un compleanno dal sapore amaro.

Premetto che abitano una di fronte all'altra e per tutta la giornata si sono incontrate o a casa di una o a casa dell'altra per realizzare queste foto e mandarmele ogni due ore con i commenti più disparati (che onestamente evito di pubblicare)

Ore 9.
Simulando due alpini... ovviamente non poteva mancare il vino....


Ore 11.
Simulando due muratori con la loro cazzuola.


Ore 13,00.
Simulando due motociclisti con i loro caschi (e la moto?)


Ore 15,00
Simulando due maschere di carnevale

Ore 17,00 Santa Messa
Due "matatonie" unite in preghiera...
a parte la preghiera... qui non hanno simulato molto!!!


Ore 19,00
Simulando due Carabinieri


Ore 21,00
Troppa fatica... e ora si sono ammalate!!!


Ore 23,00
Doccia prima della nanna.


E alla fine
 "Tanti auguri"


Cosa si può volere di più?
Grazie Sister e Ci... avete annientato 300 chilometri!!!!

Un bacio a tutte.
Laura

sabato 14 marzo 2015

DR. ENZO FACCI

Questo credo sia uno dei pochi post, che abbia carattere informativo.

Di cosa stiamo parlando? Di Lui: Dott. Enzo Facci.

Un anno fa ho conosciuto questo angelo, arrivato direttamente dal cielo.
Mi ha seguito in un momento in cui tutto aveva perso senso
e oggi questo post lo voglio dedicare a lui. 

E' inutile dire che quando parlo di Lui, le parole non sono mai abbastanza, non riescono mai a definirlo al meglio.
Ricordo quella sera del 14 marzo 2014, il mio primo appuntamento con Lui, per avere un parere diverso.
Ricordo che mentre parlava, guardavo le sue mani: lunghe, sottili, rosa... e ho pensato "queste saranno le mani che porteranno via dal mio corpo questo mostro"
Ricordo che mentre mi visitava, mi sistemava l'anello fatto a ciondolo che avevo al collo, perchè si era spostato da una parte, quasi volesse comunicarmi che era un tipo preciso, che le cose devono essere fatte per bene.
Ricordo le sue parole: "non si preoccupi, non l'abbandono".
E' quel medico che passa in camera tua in ospedale alle 6 la mattina, e ancora con le luci spente,ti appoggia la sua calda mano sulla guancia, facendo una carezza, per svegliarti nella maniera più dolce possibile, quasi come la carezza di un padre, di un fratello, di un marito.
E' quel medico che quando arriva al tuo letto, ti stringe le mani e si scusa perchè è passato di fretta tra una visita e l'altra negli ambulatori.

 L'unico modo per dargli il giusto posto ed il giusto valore è pubblicare la sua storia professionale, anche se dalle parole qui sotto non traspare l'umanità, l'umiltà, la dolcezza, il suo buon cuore, il calore, la serenità e la tranquillità che riesce ad infondere ai suoi pazienti, che sono quel valore aggiunto con cui una persona nasce.

CON IMMENSA STIMA.

CIAO DOC.





Questo è il link pubblicato il  30.12.2009 dall'Azienda Ulss 18 - Regione Veneto


Facci Enzo

Curriculum Vitae
Dr. Enzo Facci

Dati Personali

Nato a San Donà di Piave
Il 29/07/1956

Titoli di Studio:

Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita a Padova nel marzo del 1983. Abilitazione all’esercizio della professione nella maggio del 1983.

Specializzazione in Chirurgia Generale a Verona nel 1994 con tesi dal titolo “ Surrenalectomia per via Laparoscopia.

Diploma in “Ecografia Mammaria” corso avanzato presso la scuola italiana di senologia di Orta San Giulio (NO) nel 2000.


Diploma in “Senologia Oncologica” corso avanzato presso la scuola italiana di senologia di Orta San Giulio (NO) nel 2000.

Corso di perfezionamento post – lauream a Padova “Nutrizione Artificiale” 2000 – 2001

Master Universitario di secondo livello in Chirurgia Plastica Estetica 2004 – 2005 Università di Padova

Incarico di Tutore – Valutatore per esami di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di Medico – Chirurgo Università di Padova dal 2005 a tutt’oggi

Partecipazione a Torino nel 1999 al Corso di Formazione per operatori degli screening oncologici;
frequenza marzo 1999 della divisione di Oncologia Chirurgica ricostruttiva dell'Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano

Partecipazione a Venezia. marzo 1997 al Corso Regionale di Formazione sull'Organizzazione e valutazione degli screening oncologici;

Corso di Formazione di Tutorato di valutazione dei candidati all'esame di stato per l'abilitazione all'esercizio della professione dì Medico Chirurgo - organizzato dall'Università di Padova, facoltà di Medicina e Chirurgia - anno 2005/06

Esperienze Professionali:

dal 15/11/2004 a tutt’oggi in qualità di Dirigente Medico di I Livello presso l’Unità operativa di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Rovigo con incarico dal 1/1/2005 al 31/01/2009 di competenza professionale dell’attività di chirurgia plastica ricostruttiva della mammella e di chirurgia epato – bilio – pancreatica.

dal 01/02/2009 incarico di alta professionalità “chirurgia mini invasiva”

dal 1998 al 2004 chirurgo di riferimento per il Progetto di Prevenzione Oncologica del Carcinoma Mammario presso la ASL n 10

dal 30/12/1993 al 14/11/2004 in qualità di Dirigente Medico di I ° Livello presso l’Unità Operativa di Chirurgia Generale di San Donà di Piave – Jesolo

dal 09/09/1992 al 29/12/1993 in servizio presso l’Unità Operativa di Chirurgia Generale di San Donà di Piave – Jesolo in qualità di assistente medico

dal 09/10/1990 al 08/09/1992 in servizio come cooperante medico con funzioni di Direttore Sanitario e Responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia presso l’Ospedale di Ikonda (Tanzania) nell’ambito dei progetti di cooperazione Italiana con paesi in via di sviluppo approvati dal Ministero degli Affari Esteri

dal 02/05/1998 al 08/10/1990 in qualità di assistente medico presso l’Unità Operativa di Chirurgia Generale del Presidio Ospedaliero di San Donà di Piave

dal 31/10/1986 al 01/05/1988 in qualità di assistente medico presso l’Unità Operativa di Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di San Donà di Piave

dal 23/07/1984 al 30/10/1986 in servizio come chirurgo presso l’Ospedale di North Kinangop (Kenya) nell’ambito dei progetti di cooperazione Italiana con paesi in via di sviluppo approvati dal Ministero degli Affari Esteri


dal 15/12/1983 al 22/07/1984 in servizio in qualità di assistente medico presso il Servizio di Immunoematologia e Trasfusione Ospedale Civile di San Donà di Piave – Jesolo

membro della S.I.C – F.O.N.C.A.M e A.C.O.I.

Inoltre il dr. Enzo Facci è autore di numerose pubblicazioni in campo medico nei settori specialistici di chirurgia oncologica e mini invasiva.

venerdì 13 marzo 2015

"Sono sempre i sogni a dare forma al mondo" 13/03/1960

Ricordo ancora i pensieri della mattina di un anno fa...
Avevo la Tac con mdc, quella che avrebbe detto se avevo metastasi in altri organi.
Ricordo che guardavo la data e mi sono detta 
"c'è anche lui con me oggi, vedrai Laura che andrà tutto bene"
E' passato un anno, e oggi te li voglio urlare così
 (anche se non ti arriveranno mai)

 TANTI AUGURI LUCIANINO!!!
13 marzo 1960... nato sotto il segno dei Pesci.

Voglio anche dirti:
BUON CONCERTO A PADOVA...

Credo che questa sera riceverai gli auguri più speciali...
dai tuoi fans... E non mi stupirei se avessero preparato qualcosa di speciale.

Io ho deciso di farteli così, non potendo essere là,
riportando le parole speciali scritte in questo testo.

Già dal titolo si capiva già tutto.

"Sono sempre i sogni a dar forma al mondo"
"Io non lo so
quanto tempo abbiamo
quanto ne rimane
io non lo so
che cosa ci può stare
io non lo so
chi c'è dall'altra parte
non lo so per certo
so che ogni nuvola è diversa
so che nessuna è come te

Io non lo so
se è così sottile
il filo che ci tiene
Io non lo so
che cosa manca ancora
Io non lo so
se sono dentro o fuori
se mi metto in pari
so che ogni lacrima è diversa
so che nessuna è come te

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo
Sono sempre i sogni a fare la realtà
Sono sempre i sogni a dare forma al mondo
e sogna chi ti dice che non è così
e sogna chi non crede che sia tutto qui

Io non lo so
se è già tutto scritto
come è stato scritto
Io non lo so
che cosa viene dopo
Io non lo so
se ti tieni stretto
ogni tuo diritto
so che ogni attimo è diverso
so che nessuno è come te

E a giornata finita
a stanchezza salita
a salute brindata
provi a fare i conti

A giornata finita
alla fine capita
a preghiera pensata
tu ti prendi il tempo che

Sono sempre i sogni a dare forma al mondo
Sono sempre i sogni a fare la realtà
Sono sempre i sogni a dare forma al mondo
e sogna chi ti dice che non è così
e sogna chi non crede che sia tutto qui"
E come sempre
Grazie Luciano.

Laura


lunedì 9 marzo 2015

La forza e il sorriso


Cosa è? 

La forza e il sorriso è un programma non-medico, completamente gratuito che serve a far ritrovare alle DONNE in terapia oncologica il SORRISO davanti allo specchio e la FORZA dentro di se.

Come sempre vi invito a visitare il loro sito:  http://www.laforzaeilsorriso.it/

Qui un pezzetto estrapolato:

La forza e il sorriso è un programma completamente gratuito dedicato a donne sottoposte ai trattamenti oncologici. Lo scopo è di aiutarle a migliorare il proprio aspetto fisico durante e dopo le cure.
Offriamo informazioni, idee e consigli pratici per meglio fronteggiare gli effetti secondari dei trattamenti: aver cura della pelle, affrontare la caduta dei capelli, truccarsi per riconquistare benessere e autostima.
La forza e il sorriso prevede l’incontro di 6/8 donne in un’atmosfera informale e piacevole sotto la guida di esperti competenti e sensibili, per imparare in poche ore il make-up giusto o per provare nuovi trattamenti di bellezza viso e corpo.

Perchè vi racconto questo? 
Perchè è un programma che in ospedale a San Donà di Piave viene proposto.
Io ci sono andata e onestamente è stata una bella esperienza per diversi motivi.
Prima di tutto mi sono fatta due risate, soprattutto quando l'estetista mentre avevo il pennello in mano mi ha detto: "ma sembra tu stia zappando la terra!" ... perchè ha detto che avevo troppo vigore nello spennellarmi il viso.
Poi ho conosciuto Fabiola, e da allora siamo divenate amiche virtuali e ci siamo fatte compagnia per telefono in quanto avevamo la chemioterapia pochi giorni una distante all'altra.

Cosa dire...
lo consiglio a tutte. 
Non fatevi scappare un'occasione quando vi viene proposta.
E' un modo per condividere...

Un bacio a tutte.
Laura

sabato 7 marzo 2015

"Le meravigliose avversità del destino"

Con un titolo del genere, qualcuno si chiederà: cosa deve dirci di così importante?
In realtà il titolo non è del mio post, ma bensì del libro che ho appena terminato pochi minuti fa.
Un libro a cui si affeziona per gradi.

All'inizio pensi di essere uno spettatore di fronte ad un film come tanti, che parlano di una storia come tante.
Ma poi man mano leggi quelle pagine virtuali, divori quelle parole, affezionandoti sempre più a questa donna, Anna, che potresti tranquillamente essere tu: con le sue difficoltà e il suo coraggio nelle scelte che segneranno per sempre la sua vita.
E' un libro che dà spazio da un lato alla leggerezza, spensieratezza, all'amicizia, all'amore e non solo delle persone ma anche della terra, che è l'origine del nostro vissuto.
Dall'altra comunica una grande verità:
che le cose arrivano nella propria vita, per una ragione, e nonostante tutto, superando le proprie difficoltà ed accettando i propri limiti, ci si trova catapultate in qualcosa di più grande, immenso.

Io ho colto questo messaggio.
Forse l'ho letto in un particolare momento.
Forse la malattia mi rende più vulnerabile.
Ma di certo questo libro ti dimostra che si può ottenere comunque ciò che ti è stato negato.
Basta guardare da una prospettiva diversa.

Adesso non voglio dirvi più nulla.
Se non darvi le informazioni del caso.

Il libro si trova in formato digitale, tramite Amazon Kindle, Itunes, Google Play.
Basta digitare il titolo del libro e il gioco è fatto.

Di seguito la copertina del libro e con il riassunto.

Se poi, una volta letto, avete piacere di fare un commento sul libro, lo potete fare attraverso il canale con cui l'avete acquistato.
E se volete su facebook potete chiedere l'amicizia all'autrice.
Ne sarà soltanto che felice.


Tutto ha inizio in un soleggiato paesino affacciato sull'alto Adriatico e immerso nel verde di una lussureggiante pineta. Anna, architetto dalla promettente carriera si innamora, riamata, di Alessandro studente milanese di medicina. La loro è una storia vissuta tra le onde del mare e il profumo dei pini. Quando Anna si trasferisce a Milano ed inizia a fare progetti di vita con Alessandro, si ritrova all'improvviso con tutti i suoi sogni infranti. In un momento in cui Anna è sopraffatta dalla disperazione irrompe nella sua vita il suo idolo di sempre: Paolo, un famoso personaggio dello spettacolo che divide la sua vita tra il mondo dei lustrini e quello del volontariato e della beneficenza. Paolo è un uomo affascinante e dalla simpatia dirompente, tra di loro nasce immediatamente una splendida ed indissolubile " strana amicizia". Tutto procede a gonfie vele finchè nella loro vita irrompe come un tornado un fantasma del passato. E' in questo momento che Anna decide di rivoluzionare la sua esistenza e tagliare i ponti che la legano alla sua vita precedente per guardare verso un lontano orizzonte...



Ah dimenticavo un dettaglio: 

questo post è tutto per te Sonia Tol.
Buona Fortuna.
Laura

venerdì 6 marzo 2015

Concentrati e prendi la mira



Oggi voglio lasciarvi con questo messaggio.



Mi raccomando: prendiamo bene la mira!!!
Stiamo per essere lanciate in qualcosa di grande!!!

Un bacio a tutte.

Laura


domenica 1 marzo 2015

1° marzo... un anno dopo

La settimana è appena terminata, e se devo essere sincera, più che vivere i giorni di malattia e di convalescenza post operazione, ho rivissuto quelli di un anno fa.
Un anno fa ero ancora "sana" o così credevo.
Un anno fa è stata la settimana in cui, dopo aver sentito la mia pallina sotto il seno, ho fatto mammografia, ecografia, visita senologica, ago aspirato,  e poi alla fine la sentenza.
Ricordo ancora la strada, 15 chilometri scarsi, da casa all'ospedale... ogni chilometro passato, rappresentava un pezzettino di speranza che svaniva.
Ricordo le scale, io e mio marito eravamo come due pupazzi in balia del niente. Rigidi, composti, scalino dopo scalino siamo arrivati nella sala d'attesa.
Ogni secondo che passava, c'era un pezzo di me che se ne andava. Ho iniziato con le braccia, le gambe, i piedi, la testa e infine mancava solo il cuore. Assente, batteva il suo ritmo senza ardere.
Poi la sentenza.
Ho sentito mio marito, che ancora in piedi, si è appoggiato agli armadi di ferro facendo quel rumore sordo che ha invaso la stanza.
Io a rafica, ho fatto tutte le domande che mi ero preparata, le avevo studiate si, perchè dovevo capire contro chi dovevo lottare.
Era una sorta di lotta contro il tempo. Più io facevo domande, più sembrava che quel cancro non fosse mai arrivato a sventrare la mia vita.

Ho chiesto che percentuale di sopravvivenza avevo.
Ho chiesto se potevano essere intaccati altri organi.
Ho chiesto se dovevo fare chemioterapia.
Ho chiesto se dovevo fare mastectomia o quadrantectomia.
Ho chiesto se fossi stata presente alla Prima Comunione di mio figlio esattamente 30 giorni dopo o se mi sarei già trovata in ospedale.

Il medico non riusciva a rispondere ad una domanda, che già l'avevo travolto con quella successiva.
Era in un certo senso disarmato dalla mia lucidità.
Credeva che dopo una notizia del genere non dovesse spiegare così tante cose, entrando nel dettaglio.
Ad un certo punto mi ha persino detto: "Non mi sono spiegato bene, ma l'ho fatto volutamente" come per dire: volevo che prima digerisse la cosa.
E io molto candidamente ho risposto: "Ha preso la persona sbagliata. Io voglio sapere con cosa devo lottare. Perchè così preparo le mie armi, altrimenti ho perso già in partenza".
Mi spiega che con l'esito istologico dell'ago aspirato la mia percentuale di sopravvivenza è dell' 80%. 
Mi elenca tutti gli esami che avrei fatto dopo: tac e risonanza magnetica con metodo di contrasto, scintigrafia ossea, etc, etc. e se questi fossero stati negativi la percentuale sarebbe salita al 98% (tralasciando il caso in cui questi esami potessero essere positivi. In questo caso la percentuale sarebbe vertiginosamente diminuita!).

Dopo tutto questo colloquiare ricordo di essere entrata con mio marito, e mi volto a guardarlo e vedo che è in quella stanza, ma in realtà è come se non avesse mai varcato fino in fondo la porta di quell'ambulatorio. E' come se fosse rimasto la in sala d'attesa, dove le persone fanno ancora parte della categoria dei sani, dove a volte arriva il medico dopo un'operazione e dice "E' andato tutto bene. E' tutto a posto". 
Lui voleva, anzi pretendeva il suo "E' tutto a posto". Che purtroppo non è mai arrivato.
Siamo scesi dalle stesse scale che prima odoravano di speranza, e che ora si animavano come lingue di fuoco che ci avvolgevano con l'intento di bruciarci. Cenere, forse questo dovevamo diventare.
La cenere crea poco spessore, sporca ma non è indelebile, svanisce nel vento, è di colore grigio come quello dei morti.
Ricordo che usciti da li, abbiamo dovuto fare le telefonate e i messaggi di rito a chi dall'altra parte, era aggrappato ad una speranza.
Ricordo che sono entrata in casa, tutto era avvolto da una luce diversa, e la prima cosa che ho fatto è stato specchiarmi allo specchio e purtroppo non ho visto la mia faccia riflessa, ma quella di un mostro.
Ricordo che mi sono guardata, mi sono studiata, la faccia, le ossa, le rughe, i nei, i capelli, le sopracciglia, gli occhi... dicono che sono lo specchio dell'anima.
Erano occhi come provvisti di cataratta, senza uno sguardo preciso, senza un obiettivo preciso.
In quel dato momento era tutto approssimativo, improvvisato, pressapochista.
Ma io non ero più io. 
E' passato un anno, esattamente un anno.
E se guardo indietro non so come ho fatto a uscirne viva.
Ma l'ho fatto.
Questo è l'importante.
E sono qua.
Questo è l'importante.
E questa giornata passerà in maniera decisamente migliore.
La tavola di casa mia sarà imbandita con la tovaglia del mio colore preferito, il lilla, ci saranno le candele preparate accuratamente nei portacandele realizzati da me, il pranzo domenicale sarà minuziosamente preparato dalla mia mamma e oggi alla mia tavola ci saranno i miei genitori, mia sorella, mio marito e i miei figli.
Un modo per esorcizzare questo giorno.

La colazione di questa mattina è stata accompagnata da brioche ed un messaggio speciale:

"TUTTI ABBIAMO UN DOLORE DA ATTRAVERSARE, 
MA MOLTI SI RIFIUTANO DI INTRAPRENDERE IL VIAGGIO 
E ALTRI TRONANO INDIETRO 
O SI FERMANO A META' DEL GUADO.
PERDONO TEMPO A FISSARE IL PASSATO.
ESISTE UN SOLO MODO PER ATTRAVERSARE IL DOLORE.
ACCETTARLO E ANDARE OLTRE.
SERVE UN ATTO DI FEDE NELLA VITA.
LA RICOMPENSA SARA' L'ISOLA DEL TESORO:
LA SCOPERTA DI UNA PARTE SCONOSCIUTA DI SE STESSI".


OGGI INIZIO A RIPRENDERE IL MIO 1° MARZO.

Un bacio a tutte. 
Laura