domenica 13 marzo 2016

ATTO DI FEDE

Ho visto belle donne
spesso da lontano
ognuno ha il proprio modo
di tirarsele vicino
e ho visto da vicino
chi c'era da vedere
e ho visto che l'amore
cambia il modo di guardare

ho visto film di guerra
e quelli dell'orrore
e si vedeva bene che non erano invenzione
ho visto mari calmi
e mari tempestosi
e ho visto in sala parto
la potenza delle cose

è tutto scritto
ed è qui dentro
e viene tutto via con me

tu che cosa vedi
tu che cosa vedi
c'è ancora un orizzonte lì con te

di tutta la vita passata questo è il momento
di tutta la vita davanti questo è il momento
vivere è un atto di fede
mica un complimento
questo è il mio atto di fede
questo è il tuo momento

Ho visto tanti giuda
tutti in buona fede
e ho visto cani e porci fatturare a chi gli crede
ho visto la bellezza
che ti spacca il cuore
e occhi come il mare nel momento del piacere

è tutto scritto
ed è qui dentro
e viene tutto via con me

tu che cosa vedi
tu che cosa vedi
c'è ancora un orizzonte lì con te

di tutta la vita passata questo è il momento
di tutta la vita davanti questo è il momento
vivere è un atto di fede
mica un complimento
questo è il mio atto di fede
questo è il tuo momento

E come la vedi la vedi
ma è tutto come la vedi
c'è chi vuol solo passare ad un altro rimpianto

ho visto tanti pezzi per un mosaico solo
e certi giorni ho visto che c'è niente da capire
ho visto solo per come io sapevo
che c'era luce anche nelle notti più cattive

è tutto scritto
ed è qui dentro
e viene tutto via con me

tu che cosa vedi
tu che cosa vedi
c'è ancora un orizzonte lì con te

vivere è un atto di fede
mica un complimento
questo è il mio atto di fede
questo è il tuo momento
e come la vedi la vedi
ma è tutto in come la vedi
c'è chi vuol solo passare ad un altro rimpianto

vivere è un atto di fede
nello sbattimento
questo è il mio atto di fede
questo è un giuramento 




La versione acustica di questa canzone è a dir poco straordinaria
QUI 

GRAZIE LUCIANO.

Ogni tanto sei indispensabile.

BUON COMPLEANNO

VIVERE E' UN ATTO DI FEDE.

Un bacio a tutte
Laura

domenica 6 marzo 2016

La principessa fuzzia

"Questa è la storia di Carlotta Filardi, una giovane donna di 30 anni che dallo scorso aprile si trova a combattere con forza e dolcezza la battaglia più difficile, quella contro il cancro. 22 cm di tumore che si forma dentro di lei tra cuore, aorta e polmone. Carlotta è forte, bella, tenace e capace. Soprattutto ha un sorriso travolgente. Ma ora è arrabbiata per un problema burocratico con l'Inps. E' molto arrabbiata. E tutta la sua rabbia l'ha scritta a Le Iene la trasmissione di Italia 1 che staserà dalle 21.10 con Giulio Golia e Nicola Remisceg racconterà la sua storia.

Tutto inizia quando Carlotta, nuotatrice agonistica, laureata in Sciene motorie, ha il battito accelerato e in quei giorni dorme poco e male. Un controllo cardiologico in ospedale parla di pericardite, ha troppi battiti a riposo. Viene ricoverata nel reparto di cardiologia. Qualche esame fino a che un pomeriggio, nella sua stanza all'ospedale di Ponte a Niccheri, insieme alla sua mamma, sale una dottoressa che le si siede al fianco del letto. E' un'oncologa, gli esami non sono andati bene e Carlotta deve iniziare i cicli di chemioterapia. La malattia su una giovane donna va immediatamente aggredita e lei deve iniziare subito a combattere.

Insieme al suo ragazzo, Enea, convoca i suoi amici nella camera dove è ricoverata e da la notizia che nessuno si aspettava. Così all'improvviso, gli occhi pieni di luce di Carlotta si riempiono di lacrime. Ma è una sfida che affronta con il sorriso e la gioia anche quando passa al reparto di oncologia a Careggi.

Il 30 aprile inizia il primo ciclo di chemioterapia. Saranno otto in tutto quelli che Carlotta dovrà affrontare. In un ambiente in cui la vita sembra strappata dalle anime, lei trova conforto soltanto nelle cuffie sterilizzate. Con quelle ascolta la musica che la accompagna durante le sedute di chemio. E' una terapia, la musicoterapia, che Carlotta avrà come compagna di viaggio in quelle lunghe settimane.

Insieme ai suoi amici, alla sua famiglia, al suo ragazzo, trova la forza di avere un pensiero felice ogni sera e inizia a pubblicare sui social e su internet le sue riflessioni. Conosce persone con il suo stesso problema, la sua pagina facebook diventa un piccolo punto di riferimento. Ogni giorno che passa il pensiero felice diventa un momento per sorridere. Carlotta è così, trova la forza di coinvolgere tutti.

Tutti x Totta diventa uno slogan contagioso. Un braccialettino fucsia è il simbolo di questa storia. Carlotta lo mette in vendita e raccoglie una bella somma che vuole destinare alla musicoterapia. Lei ha tratto sollievo ascoltando suoni e rumori della natura. Si impegna perchè anche gli altri possano mettersi quelle cuffie sterilizzate e isolarsi dal dolore fisico e mentale della malattia.

Racconta la storia della principessa fucsia e di un drago che entra dentro il suo corpo. Lo fa per i malati più piccoli. Lo fa con il cuore e con l'amore che la malattia non le ha tolto, lo fa guardando la vita da un altro punto di vista.

Ad agosto finiscono i cicli di chemioterapia e a metà settembre terminano i 180 giorni di malattia previsti per i malati oncologici. E rientra a lavoro, dove tutti l'hanno coccolata e protetta in questi mesi difficili. Per trenta giorni si divide tra la radioterapia e turni in palestra.

Carlotta è il primo volto che ti trovi davanti quando entri dove lavora. Il suo sorriso è contagioso, nonostante tutto. Eppure qualcuno ha provato a toglierlo. Già, perchè ad ottobre le arriva sul posto di lavoro una raccomandata dell'Inps. Le casca il mondo addosso.

C'è scritto che a Luglio il medico fiscale ha effettuato due controlli e non l'ha trovata in casa. Ora l'Inps le chiede indietro quasi 4000 euro percepiti in quel periodo perchè era un'assente ingiustificata.

Carlotta era assente. Non era in casa. Probabilmente era a fare una passeggiata o a respirare un po' d'aria. Erano giorni difficili, in cui lei affrontava la malattia in day hospital. Certamente non si aspettava la visita di un medico fiscale. Ha un tumore, non una malattia su cui 'marciare'. Oltretutto chi lavora in una struttura pubblica, ed è malato oncologico, non è soggetto a dover rispettare fasce di reperibilità. Mentre chi lavora nel privato è obbligato anche con un tumore a stare ad attendere il medico fiscale dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. Un'ingiustizia.

Non temeva quella visita perchè doveva pensare a combattere la guerra contro il suo tumore. Le sembrava ovvio, naturale. Invece no. Così, dopo quella raccomandata, presenta ricorso all'Inps ma viene respinto perchè Carlotta non ha comunicato gli appuntamenti fissati in ospedale.

Le vengono quindi chiesti i soldi indietro. E lei scrive a Le Iene. Stasera su Italia 1 vedrete come è andata a finire. L'Inps, la burocrazia e Carlotta. Con il suo sorriso travolgente. E la sua storia da raccontare." 

Questa la storia scritta il 05.02.2015 sul sito "il sito di Firenze".

Mi sembrava giusto e doveroso darvi il maggior numero di informazioni per descrivere nel miglior modo una ragazza con una luce speciale negli occhi.

Anche se in realtà oggi vorrei raccontare della sua favola, che altro non è che la sua storia, vista con gli occhi di bambino.




Questo libro lo consiglio a tutte le mamme che si trovano tra capo e collo una notizia terribile come il cancro.
Quando inizi a guardare i tuoi figli e sai che devi trovare un modo per poter spiegare loro cosa sta succedendo nella loro famiglia.

Carlotta il modo l'ha trovato e si chiama
"PRINCIPESSA FUZZIA"

La storia di una principessa fuzzia perchè nata nel periodo della fioritura dei ciliegi,
del suo cane Melody,
del suo principe Codino con un buffo gatto rosso di nome Milo
e di un drago.

I bambini hanno la grande capacità di rendere tutto semplice. 
E Carlotta con grande maestria ha preso le parole e le ha sistemate in un modo egregio per far nascere una favola, 
che sapeva di dolore, 
ma restava pur sempre una favola, dedicata proprio a loro: i bambini.

"Una pozione magica dovrà scorrere nelle vene della principessa, sarà una medicina molto potente per far sì che colpisca direttamente il cuore del drago. Dovremo farla passare attraverso una porticina che apriremo nel petto della principessa, ma devo aggiungere una cosa: la cura attaccherà la bestia, ma non lascerà illesa sua altezza. Per tutta la sua durata, un malessere generale e una grande stanchezza la colpiranno e .... la sua lunga chioma cadrà"

E come solo nelle favole succede, 
il principe Codino le disse 
"Tu sei e sarai sempre la più bella".

Il resto della favola resta nelle sue pagine che vi consiglio vivamente di leggere.

Vi dico solo che mia figlia aveva gli occhi sgranati quando leggevo quelle parole. 
Studiava le immagini di quella principessa, ed era incredula del fatto che esistesse una favola che raccontasse la malattia della sua mamma.

Ah una cosa, ultima ma non per importanza. 

In un momento della storia il principe Codino dice alla sua Principessa 
"TIENI STRETTI I TUOI PENSIERI FELICI".

Grazie Carlotta per aver regalato una favola alla nostra malattia.

Sappi che hai regalato un sorriso ai miei figli.

Laura



Il sito web TOTTA X TUTTI (qui)

Servizio di Carlotta alle Iene (qui)

martedì 1 marzo 2016

1° marzo.... due anni dopo...

Ricordo ancora la strada, 15 chilometri scarsi, da casa all'ospedale... ogni chilometro passato, rappresentava un pezzettino di speranza che svaniva.
Ricordo le scale, io e mio marito eravamo come due pupazzi in balia del niente.
 Rigidi, composti, scalino dopo scalino siamo arrivati nella sala d'attesa.
Ogni secondo che passava, c'era un pezzo di me che se ne andava.
Ho iniziato con le braccia, le gambe, i piedi, la testa e infine mancava solo il cuore.
Assente, batteva il suo ritmo senza ardere.
Poi la sentenza.
Ho sentito mio marito, che ancora in piedi,
si è appoggiato agli armadi di ferro facendo quel rumore sordo che ha invaso la stanza.
Io a raffica, ho fatto tutte le domande che mi ero preparata, le avevo studiate si, perchè dovevo capire contro chi dovevo lottare.
Era una sorta di lotta contro il tempo.
Più io facevo domande, più sembrava che quel cancro non fosse mai arrivato a sventrare la mia vita.

Ho chiesto che percentuale di sopravvivenza avevo.
Ho chiesto se potevano essere intaccati altri organi.
Ho chiesto se dovevo fare chemioterapia.
Ho chiesto se dovevo fare mastectomia o quadrantectomia.
Ho chiesto se fossi stata presente alla Prima Comunione di mio figlio esattamente 30 giorni dopo o se mi sarei già trovata in ospedale.

Il medico non riusciva a rispondere ad una domanda, che già l'avevo travolto con quella successiva.
Era in un certo senso disarmato dalla mia lucidità.
Credeva che dopo una notizia del genere non dovesse spiegare così tante cose, entrando nel dettaglio.
Ad un certo punto mi ha persino detto: "Non mi sono spiegato bene, ma l'ho fatto volutamente" come per dire: volevo che prima digerisse la cosa.
E io molto candidamente ho risposto: "Ha preso la persona sbagliata. Io voglio sapere con cosa devo lottare. Perchè così preparo le mie armi, altrimenti ho perso già in partenza".
Mi spiega che con l'esito istologico dell'ago aspirato la mia percentuale di sopravvivenza è dell' 80%. 
Mi elenca tutti gli esami che avrei fatto dopo: tac e risonanza magnetica con metodo di contrasto, scintigrafia ossea, etc, etc. e se questi fossero stati negativi la percentuale sarebbe salita al 98% (tralasciando il caso in cui questi esami potessero essere positivi. In questo caso la percentuale sarebbe vertiginosamente diminuita!).

Dopo tutto questo colloquiare ricordo di essere entrata con mio marito, e mi volto a guardarlo e vedo che è in quella stanza, ma in realtà è come se non avesse mai varcato fino in fondo la porta di quell'ambulatorio. E' come se fosse rimasto la in sala d'attesa, dove le persone fanno ancora parte della categoria dei sani, dove a volte arriva il medico dopo un'operazione e dice "E' andato tutto bene. E' tutto a posto". 
Lui voleva, anzi pretendeva il suo "E' tutto a posto". Che purtroppo non è mai arrivato.
Siamo scesi dalle stesse scale che prima odoravano di speranza, e che ora si animavano come lingue di fuoco che ci avvolgevano con l'intento di bruciarci. Cenere, forse questo dovevamo diventare.
La cenere crea poco spessore, sporca ma non è indelebile, svanisce nel vento, è di colore grigio come quello dei morti.
Ricordo che usciti da li, abbiamo dovuto fare le telefonate e i messaggi di rito a chi dall'altra parte, era aggrappato ad una speranza.
Ricordo che sono entrata in casa, tutto era avvolto da una luce diversa, e la prima cosa che ho fatto è stato specchiarmi allo specchio e purtroppo non ho visto la mia faccia riflessa,
ma quella di un mostro.
Ricordo che mi sono guardata, mi sono studiata, la faccia, le ossa, le rughe, i nei, i capelli, le sopracciglia, gli occhi. Gli occhi, dicono siano lo specchio dell'anima.
Erano occhi come provvisti di cataratta, senza uno sguardo preciso, senza un obiettivo preciso.
In quel dato momento era tutto approssimativo, improvvisato, pressapochista.

Ma io non ero più io.


"TUTTI ABBIAMO UN DOLORE DA ATTRAVERSARE, 
MA MOLTI SI RIFIUTANO DI INTRAPRENDERE IL VIAGGIO 
E ALTRI TRONANO INDIETRO 
O SI FERMANO A META' DEL GUADO.
PERDONO TEMPO A FISSARE IL PASSATO.
ESISTE UN SOLO MODO PER ATTRAVERSARE IL DOLORE.
ACCETTARLO E ANDARE OLTRE.
SERVE UN ATTO DI FEDE NELLA VITA.
LA RICOMPENSA SARA' L'ISOLA DEL TESORO:
LA SCOPERTA DI UNA PARTE SCONOSCIUTA DI SE STESSI".


Sono già passati due anni... 
ma il salto che mi hai fatto fare è stato davvero enorme!
E ho ancora il fiatone.

Ma una cosa te la devo dire:
VAFFANCULO CANCRO! 

Alla fine ho vinto io!!!

Un bacio a tutte. 
Laura