mercoledì 31 dicembre 2014

ADDIO 2014!!!!!

Come potevo non dedicare un attimo di tempo e portare il pensiero a questo 2014 che sta per terminare.....

Potevo inserire qualsiasi immagine con frasi che mandano `a quel paese` questo 2014, ma poi ho trovato questa un po` di tempo fa e credo che sia racchiuso tutto li dentro, in quelle parole.



 Buon anno.
 2015
 Sarà il nostro anno.
 Vi abbraccio strette strette.

 Laura


giovedì 25 dicembre 2014

Semplicemente Buon Natale

Buon Natale 

a te
guerriera al fronte che sta combattendo una malattia

a te
 mamma, papà, figlio/a, sorella/fratello, amica/o che sei vicino alla tua guerriera e alla quale vorresti togliere questo macigno e vorresti fartelo proprio


IL GIORNO DI NATALE E' PROIBITO ESSERE TRISTI.


Quindi voglio solo augurarvi Buon Natale.
Che sia un giorno FELICE.

Dimentica tutto il resto e fatti cullare dall'amore della famiglia, degli amici, dei figli, del marito.
Abbiamo tutto il tempo per essere tristi, disperarci.

Oggi scegli di essere FELICE.





Un bacio a tutte.
Laura

mercoledì 24 dicembre 2014

GRAZIE BABBO NATALE

Ieri sera la classe di mio figlio è stata invitata ad una serata canora di beneficienza per i bambini del Burlo di Trieste. 
"Child is born" si è tenuta a Caorle.
Una bella serata, di quelle che trascorrono tra le note musicali, applausi, battiti di mani per tenere il ritmo ed aumentare il coinvolgimento del pubblico.

Ad un certo punto inizia una canzone a cui io sono legata particolarmente, e che da novembre sta "girando" nelle radio. 

A MODO TUO 
di Elisa

Fatalità questa canzone è stata scritta da Ligabue per sua figlia, e addicendosi più ad una voce femminile, l'ha regalata ad Elisa.

Senza nemmeno rendermene conto, le lacrime hanno cominciato a sgorgare, incuranti del luogo, delle persone.
E' una canzone che più di un anno fa ho fatto ascoltare ai miei figli, a forza di rimetterla nello stereo, l'abbiamo imparata e non passa settimana in cui non viene canticchiata per casa.

Ieri sera però è successa una cosa strana. 
Ho visto il mio piccolo scricciolo trasformarsi in un vero ometto.

Appena ha sentito la canzone, essendo seduto nei seggiolini avanti a me, il mio piccolo ometto si è girato, mi ha guardato e vedendomi già con il viso rigato e il fazzoletto alla mano, ha scavalcato la sua fila e si è fiondato da sua mamma, abbracciandomi e consolandomi con il classico gesto della mano che sfrega la schiena di chi in quel momento esprime la sua debolezza.
Ci siamo trovati intrecciati dalle nostre braccia e abbiamo cantato quelle splendide parole a squarciagola tutti e due con le lacrime agli occhi, sul viso, sui vestiti, interrotte soltanto dai singhiozzi.

Queste le parole

Sarà difficile diventar grande

Prima che lo diventi anche tu

Tu che farai tutte quelle domande

Io fingerò di saperne di più

Sarà difficile

Ma sarà come deve essere

Metterò via i giochi

Proverò a crescere



Sarà difficile chiederti scusa

Per un mondo che è quel che è

Io nel mio piccolo tento qualcosa

Ma cambiarlo è difficile

Sarà difficile

Dire tanti auguri a te

A ogni compleanno

Vai un po' più via da me
A modo tuo
Andrai
A modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
A modo tuo
Vedrai
A modo tuo
Dondolerai, salterai, canterai
Sempre a modo tuo
Sarà difficile vederti da dietro
Sulla strada che imboccherai
Tutti i semafori
Tutti i divieti
E le code che eviterai
Sarà difficile
Mentre piano ti allontanerai
A cercar da sola
Quella che sarai
A modo tuo
Andrai
A modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
A modo tuo
Vedrai
A modo tuo
Dondolerai, salterai, canterai
Sempre a modo tuo
Sarà difficile
Lasciarti al mondo
E tenere un pezzetto per me
E nel bel mezzo del
Tuo girotondo
Non poterti proteggere
Sarà difficile
Ma sarà fin troppo semplice
Mentre tu ti giri
E continui a ridere 
A modo tuo
Andrai
A modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
A modo tuo
Vedrai
A modo tuo

Dondolerai, salterai, canterai

Sempre a modo tuo


Questo il video su you tube 

Che dire Babbo Natale
GRAZIE. 

Il mio regalo l'ho ricevuto proprio ieri sera.
Quell'abbraccio tra me e mio figlio rappresentava lo sforzo e l'impegno con cui faccio vivere le emozioni e le difficoltà ai miei figli, con le debolezze che sono intrinseche e fanno parte di questa malattia, di questa vita.
Ero una sorvegliata speciale ieri sera. 
Finita la canzone mio figlio mi ha guardato e mi ha detto: "mamma ritorno al mio posto, ma non preoccuparti, se ti vedo con le lacrime ritorno, sono qui appena davanti a te"

Amore mio, ieri sera con un gesto per te spontaneo, ma per me non così scontato, ti sei trasformato in un bastone solido, forte, fermo, per sorreggere la tua mamma.

"A MODO TUO, CAMMINERAI E CADRAI, TI ALZERAI ... SEMPRE A MODO TUO"

Tu e tua sorella siete le due cose più preziose al mondo.
Vi amo.

Laura

martedì 23 dicembre 2014

CARO BABBO NATALE



Caro Babbo Natale, che dirti?
Dovrei scrivere la mia lettera ed esprimere i miei desideri, ma prima voglio dirti una cosa.
Oggi sono stata in oncologia, avevo appuntamento per il lavaggio del port, il mio consueto appuntamento mensile, e anche se nell'aria c'è aria di festa, nel reparto di oncologia, quando varchi quella soglia, formata da quell'enorme porta antipanico, il tempo sembra fermarsi.
Sono passata anche a salutare un'amica che oggi ha fatto la sua 5° chemio e ritrovarmi seduta su quelle poltrone che hanno ospitato anche me per ben 6 volte, ha fatto dimenticare tutti gli addobbi di Natale, le luci per le strade, gli alberi illuminati, i pacchetti preparati, i regali pensati.
Per quanto ci si augurasse Buon Natale, si respirava sempre quell'aria mista tra malinconia, tristezza, rabbia e speranza.
Un pensiero va ai familiari delle persone malate, perchè per loro è una faticaccia immane farsi vedere magari dalla propria figlia, dalla propria moglie, dalla propria madre, forte e piena di energia.
E un pensiero grande quanto il mondo va a noi, che siamo malate, che ci stiamo mettendo tutta la grinta possibile per venirne fuori, che abbiamo deciso in cuor nostro di essere già guarite.

Allora Babbo Natale vorrei che tu ci donassi la costanza, la determinazione, la caparbietà, l'ostinazione, la tenacia e LE QUATTRO CANDELE della pace, della fede, dell'amore e della speranza affinchè illuminino il nostro cammino.

Le quattro candele


Le quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso,
che si poteva ascoltare la loro conversazione.

La prima diceva:
"IO SONO LA PACE,
ma gli uomini non mi vogliono:
penso proprio che non mi resti altro da fare
che spegnermi!"
Così fu e, a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.

La seconda disse:
"IO SONO LA FEDE
purtroppo non servo a nulla.
Gli uomini non ne vogliono sapere di me,
non ha senso che io resti accesa".
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.

Triste triste, la terza candela a sua volta disse:
"IO SONO L'AMORE
non ho la forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano
E non comprendono la mia importanza.
Troppe volte preferiscono odiare!"
E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.

...Un bimbo in quel momento entrò nella stanza
e vide le tre candele spente.
"Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese,
io ho paura del buio!"
E così dicendo scoppiò in lacrime.

Allora la quarta candela, impietositasi disse:
"Non temere, non piangere:
finchè io sarò accesa, potremo sempre
riaccendere le altre tre candele:
IO SONO LA SPERANZA"

Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime,
il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.

CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA
DENTRO IL NOSTRO CUORE...

...e che ciascuno di noi possa essere
lo strumento, come quel bimbo,
capace in ogni momento di riaccendere
con la sua Speranza,
la FEDE, la PACE e l'AMORE.





Buon Natale di cuore a tutte.
Non mollate, non perdetevi d'animo, non abbassate la guardia 
MAI!!!


Laura

venerdì 19 dicembre 2014

Una tavola da surf

Vi starete chiedendo: Ma questa oggi ha sbagliato titolo del post?
E invece no...
Ho provato ad immaginare la mia vita e l'ho vista così.

Ho visto che le mie gambe erano appoggiate ad una base solida, di marmo. Era la strada che stavo percorrendo. Liscia, senza dune, forse qualche sassolino qua e la, che rappresentavano i problemi di ogni giorno. Poi ho controllato le mie gambe ed erano toniche, muscolose, grazie anche alla vita sportiva e da salutista che facevo. Proprio quelle gambe così sportive, riuscivano a non creare attrito con il terreno, e permettevano al resto del corpo di muoversi in libertà. Ho alzato lo sguardo e ho visto le mie spalle ben aperte, pronte come vele spiegate, per  proseguire in questo viaggio chiamato vita.
Le braccia erano libere pronte ad accogliere tutte le emozioni che ogni giorno mi dava: dal tenere in braccio la mia principessa, dare un abbraccio speciale al mio ometto, coccolare il mio angelo custode (mio marito)... tutto era perfetto.

Poi è arrivato LUI!

Di colpo mi sono trovata in mezzo al mare. La mia base solida era sparita. Ero in balia delle onde, a volte avevo la testa fuori e riuscivo a malapena a respirare, quando un'altra onda mi ributtava a fondo.
Annaspavo, non capivo cosa stava succedendo, ma soprattutto non vedevo la fine... c'era solo acqua, tanta, fredda, scura, agitata. Dov'era la mia strada, quella liscia con qualche sassolino? Perchè mi era stata portata via?
Piano piano poi ho visto un oggetto... spiccava in mezzo a tutta quell'acqua ... era una tavola da surf... ma in realtà era il mio equilibrio.... dannatamente ho nuotato per arrivare a lui... era difficile si... perchè tutto era contro di me... le maree, il vento... ma alla fine ci sono arrivata... sono salita con cautela e per paura di cadere mi sono sdraiata a pancia in giù. Adesso ero io ed io... dovevo fare i conti con me stessa... non c'era nessuno chiamato a fare per me. Quella situazione dovevo sbrigarmela da sola, e già capire questo era stato un passo da gigante. Poi ho guardato bene la tavola e ho visto che era solida pure quella, non era di marmo, ma di un legno pregiato, era la mia determinazione. 
Ho iniziato ad alzarmi e, arrivata in ginocchio, mi sono fermata per un attimo, era già un bel traguardo. 
La tavola era sempre in balia delle onde e non potevo permettermi di ricadere ancora... e allora ho cercato nelle mie gambe la tenacia... e confidavo nel ricordo delle mie gambe muscolose, gambe rovinate da tutta quella tempesta... ho tenuto i denti stretti e ho lasciato che la bufera passasse... quelle erano le mie terapie.... 
e alla fine il mare si è calmato.

Ad oggi mi vedo sempre su quella tavola da surf.
Non c'è più la base solida che c'era prima e sotto quella tavola è tutto provvisorio, fittizio, precario.
Io però mi sono aggrappata a quella tavola. Quel piccolo pezzetto di certezze, l'ho costruito io.
E' piccolo si, ma è tutto quello che ho... e non ho intenzione di farmelo portare via.
E anche se ora vedo solo acqua, prima o poi arriverò a riva e ritroverò la mia strada...

Un bacio a tutte.
Laura
 

lunedì 15 dicembre 2014

"Ciò che rimane di noi"

E' vero. E' il mio cantante preferito. Dire preferito mi sembra pure riduttivo.
Perchè io adoro quest'uomo.
E quest'uomo ha scritto una canzone che si è infilata tra le pieghe della mia anima.
E' una sorta di vestito cucito addosso.
Ancora oggi ascoltarla sembra di dare voce ai miei pensieri...
 e io oggi la voglio regalare a voi...



Cosa c'è
e cosa no
che ci portiamo via
chissà se ciò che senti
lo sentirai per sempre
cosa va
e cosa no
in questa fantasia
e come non é andata
e cosa non è stato

È un Natale molto duro
sembra vuoto dentro
su ogni tuo regalo
non c'è scritto niente
quando sai com'è l'abisso
non sei più lo stesso
ti tieni un po' più stretto
a chi ti tiene stretto


Però alla fine di questo dolore
sarà fin troppo alla luce del sole
ciò che rimane di noi
cosa rimane di noi
però alla fine di questo dolore
dovremo sempre comunque contare
su ciò che rimane di noi

cosa rimane di noi

Cosa c'è
e cosa no
che ci fa compagnia
e si è piazzato dentro
e non l'abbiamo scelto
cosa va
e cosa no
in questa lotteria
a volte paghi molto
rispetto alle tue colpe

È un natale molto duro
a luci quasi spente
su ogni mio regalo
non c'è scritto niente
quando sai com'è l'abisso
non sei più lo stesso
sai solo andare avanti
per come sei adesso


Però alla fine di questo dolore
Sarà per sempre alla luce del sole
ciò che rimane di noi
cosa rimane di noi
però alla fine di questo dolore potremo sempre comunque contare
su ciò che rimane di noi
cosa rimane di noi

È un natale molto duro
quando non lo senti
e sulle luminarie
non c'è scritto niente
dopo il giro nell'abisso
Non sei più lo stesso
puoi solo andare avanti
con tutto quanto addosso


Però alla fin di questo dolore
potremmo sempre e comunque contare
su ciò che rimane di noi
Cosa rimane di noi
ciò che rimane di noi


Per rendere l'idea dello spessore di questa canzone questo il link su you tube

Che posso dire?
Grazie Luciano, sempre presente in questo mio viaggio chiamato vita.

Buona giornata a tutte.
Laura


venerdì 12 dicembre 2014

Parlare della morte

Un titolo forte, di quelli che nessuno vuole sentire. 
La parola "morte" porta con se pensieri negativi, dolore. E nessuno ha voglia di cose negative. 
Siamo contornati da avvenimenti, episodi, incidenti tutti stramaledettamente negativi, dolorosi e siamo stanchi.
Però ad un certo punto della vita ti ritrovi a fare i conti con questa parola: "morte".
E capisci che da quel punto in poi il pensiero della morte comunque farà parte di te.
Tutto passa: l'operazione di mastectomia, l'esito dell'istologico, l'installazione del port, le chemioterapie, la terapia ormonale, le punture di enantone, la seconda operazione di ricostruzione, l'ansia dei controlli e chi più ne ha ne metta... tutto passa, basta aver pazienza, ma quel pensiero resta... 
Bisogna conviverci e basta.
Sai che gli episodi della vita a volte sono ingiusti, e quindi non è che, perchè tu sei giovane, hai due figli da crescere, Dio sicuramente ti esonererà da un fine tragico.
E quindi quel pensiero persiste.
E allora perchè non vedere il lato positivo?
Tutti dovremmo vivere con questo pensiero, perchè aiuta a vivere meglio il presente.
Non sono matta o forse soltanto un pochino.
Ma ognuno deve fare i conti con la propria realtà, e se nella mia c'è questo pensiero, tanto vale sfruttarlo nel modo giusto.
Pensare che forse un domani, lontano o vicino che sia, non ci sarai più, ti fa vivere ogni momento nel modo più intenso possibile. 
Cerchi di non perdere qualsiasi attimo ti venga presentato, non ti fai sfuggire nemmeno le virgole e i punti.  
E alla fine ti senti più viva.
Ti ritrovi in un gradino più alto. Certo hai pagato e stai pagando per questo, ma ogni emozione pervade il tuo corpo, come mai prima succedeva.... e anche una sana risata o una semplice passeggiata possono fare la differenza.


Un bacio a tutte.

Laura

venerdì 5 dicembre 2014

Francesca Del Rosso ovvero WONDY

Lo so, non ha bisogno di pubblicità. 
Anzi... Lei è semplicemente WONDY... 
una donna straordinaria che si mette in gioco raccontando in maniera un pò ironica la malattia del secolo: IL CANCRO.
Una malattia che l'ha toccata in prima persona.
E' un racconto straordinario per me. 
Non nego che più volte ho dovuto chiudere il libro, perchè troppo vero, troppo forte in quel dato momento... 
ma è altresì vero che mi ha tenuto tanta compagnia... 
e come dice lei, alla fine siamo tutte un pò WONDY.

Lei, mi ha definito una Wondy Mamma, quando ha letto il mio racconto "Un cancro e il suo punto di vista".

E se devo essere sincera, il suo complimento mi ha fatto un'enorme piacere...

 
Basta leggere queste poche righe per capire a pieno l'essenza di questo libro.


E questa è la campagna che Lei ha inventato #Wondysonoio.
 
Potevo non accogliere il suo invito? E allora eccomi qua...

Grazie Francesca Del Rosso.
In certi momenti sei stata una compagna di viaggio unica.

Laura

lunedì 1 dicembre 2014

Ciao foulard!


Ho finito la chemio il 21 agosto. 
E quando finisci la chemio, la cosa che ti sta più a cuore è rivedere i tuoi capelli. 
Per un attimo ho pensato di essere l'unico caso al mondo a cui i capelli non ricrescono.
Non arrivavano mai!!!!!!
Poi i mesi sono passati, i foulard iniziavano a dare fastidio e guardando bene la mia testina, ho deciso che era il momento di ritornare dalla parrucchiera: una sistematina era di dovere!
E' iniziata la mia seconda fase, quella con i capelli rasati.
Addio foulard e benvenuti cappelli!!!!!

Questa è la nuova Laura.









Un bacio a tutte.

"Si barcolla ma non si molla"

Laura