Caro Babbo Natale, che dirti?
Dovrei scrivere la mia lettera ed esprimere i miei desideri, ma prima voglio dirti una cosa.
Oggi sono stata in oncologia, avevo appuntamento per il lavaggio del port, il mio consueto appuntamento mensile, e anche se nell'aria c'è aria di festa, nel reparto di oncologia, quando varchi quella soglia, formata da quell'enorme porta antipanico, il tempo sembra fermarsi.
Sono passata anche a salutare un'amica che oggi ha fatto la sua 5° chemio e ritrovarmi seduta su quelle poltrone che hanno ospitato anche me per ben 6 volte, ha fatto dimenticare tutti gli addobbi di Natale, le luci per le strade, gli alberi illuminati, i pacchetti preparati, i regali pensati.
Per quanto ci si augurasse Buon Natale, si respirava sempre quell'aria mista tra malinconia, tristezza, rabbia e speranza.
Un pensiero va ai familiari delle persone malate, perchè per loro è una faticaccia immane farsi vedere magari dalla propria figlia, dalla propria moglie, dalla propria madre, forte e piena di energia.
E un pensiero grande quanto il mondo va a noi, che siamo malate, che ci stiamo mettendo tutta la grinta possibile per venirne fuori, che abbiamo deciso in cuor nostro di essere già guarite.
Allora Babbo Natale vorrei che tu ci donassi la costanza, la determinazione, la caparbietà, l'ostinazione, la tenacia e LE QUATTRO CANDELE della pace, della fede, dell'amore e della speranza affinchè illuminino il nostro cammino.
Le quattro candele
Le quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso,
che si poteva ascoltare la loro conversazione.
La prima diceva:
"IO SONO LA PACE,
ma gli uomini non mi vogliono:
penso proprio che non mi resti altro da fare
che spegnermi!"
Così fu e, a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.
La seconda disse:
"IO SONO LA FEDE
purtroppo non servo a nulla.
Gli uomini non ne vogliono sapere di me,
non ha senso che io resti accesa".
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.
Triste triste, la terza candela a sua volta disse:
"IO SONO L'AMORE
non ho la forza per continuare a rimanere accesa.
Gli uomini non mi considerano
E non comprendono la mia importanza.
Troppe volte preferiscono odiare!"
E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.
...Un bimbo in quel momento entrò nella stanza
e vide le tre candele spente.
"Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese,
io ho paura del buio!"
E così dicendo scoppiò in lacrime.
Allora la quarta candela, impietositasi disse:
"Non temere, non piangere:
finchè io sarò accesa, potremo sempre
riaccendere le altre tre candele:
IO SONO LA SPERANZA"
Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime,
il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.
CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA
DENTRO IL NOSTRO CUORE...
...e che ciascuno di noi possa essere
lo strumento, come quel bimbo,
capace in ogni momento di riaccendere
con la sua Speranza,
la FEDE, la PACE e l'AMORE.
Buon Natale di cuore a tutte.
Non mollate, non perdetevi d'animo, non abbassate la guardia
MAI!!!
Mai abbassare la guardia: è il mio motto
RispondiEliminaAuguri!
Annamaria
Bravissima... non dobbiamo davvero mollare la presa. E alla fine vinceremo. Tanti auguri anche a te Annamaria
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