domenica 24 aprile 2016

PACHA MAMA

PACHA MAMA

significa in lingua quechua 
MADRE TERRA.

Si tratta di una divinità venerata dagli Inca 
e da altri popoli abitanti l'altipiano Andino.
È la dea della terra, 
dell'agricoltura 
e della fertilità.

Esiste il culto di Pachamama, che in antichità, era più legato al mondo rurale e, quindi al popolo.
Era un ringraziamento alla Pacha-mama che avveniva restituendo alla madre terra il nutrimento che essa forniva al popolo stesso.
Si svolgeva creando un'enorme buca nella quale, tutti gli offerenti partecipanti al rito, riponevano gli alimenti, il cibo e le pietanze che venivano appositamente cucinate.
Ognuno dei partecipanti versava una porzione di cibo, ringraziando la madre terra.
Al termine, la buca veniva completamente ricoperta, e ogni partecipante deponeva una pietra.
Alla fine si formava una vera e propria montagnola di sassi denominata Apachete.
Solitamente si sceglieva sempre il luogo più in alto per far sì che fosse il più possibile vicino al Sole.

Perchè racconto questo.

Perchè quando le cose si fanno con la passione che scorre nelle vene, che invade ogni tua cellula, il messaggio che arriva è forte e chiaro.

Le vibrazioni che arrivano dalle corde di una chitarra, da quelle di un basso, da quelle di una chitarra acustica, da una voce, dal piatto di una batteria, si trasformano in una melodia armoniosa e rimbalzano dentro di te come una pallina del flipper.

PACHA MAMA è il nome del gruppo musicale che ha esordito ieri sera in un locale a Mestre.

Un nome deciso dal fondatore di questo gruppo: 
TELLO.

Un nome deciso da sempre.
Proprio per il significato spiegato prima.

Perchè la musica ai suoi occhi è vista come una grande madre terra, 
che accoglie ogni genere: 
dal reggae, al pop, al jazz, al rock e chi più ne ha ne metta.

E con questo gruppo altro non fa che rendere omaggio alla musica.

Attraverso i loro pezzi, 
si trasformano in  "offerenti" 
che mettono in quella buca 
la loro musica, 
le loro note,
 rendendo grazie a questa 
madre terra 
chiamata 
MUSICA.

A noi, pubblico, 
il compito di sognare tra le loro note.

Qualcuno si starà chiedendo cosa ci fa un post così
in un blog dedicato alla malattia.

Oggi il mio messaggio è questo:

VIVETE DI MUSICA,
RIEMPITEVI LE ORECCHIE DI NOTE,
DI VIBRAZIONI
E BALLATE
NON PER FORZA CON I PIEDI.

MA CON IL CUORE,
CON L'ANIMA,
CON LA MENTE.

LA MUSICA PORTA OVUNQUE
E FA SOGNARE.


E se volete passare una serata con ottima musica,
cercate 
PACHA MAMA.


Grazie per averci fatto entrare nel vostro sogno.

Tello
Luca
Lelo
Mattia
Valeria

Grazie PACHA MAMA



La musica è la stenografia dell’emozione.
(Leo Tolstoi)



Forse la musica è la cosa più vicina all’amore. 
Ti eleva. 
Personalmente mi dà le emozioni più vicine 
a quelle che provo quando mi sento innamorato.
(Ludovico Einaudi)



Un bacio a tutti.

Laura

sabato 16 aprile 2016

Ciao Pino

Che dire...
è arrivato anche questo momento...

Sembra ieri che ti sei intrufolato sotto la mia pelle.

Era il 5 maggio 2014.

Sulla lettera del day hospital così c'era scritto:
"Valutata dall'oncologo deve iniziare terapia specifica 
per cui è stato posizionato port a cath in succlavia destra"

Non ti volevo.
Proprio non ti volevo.

Con te sono salita su quel treno, quello dei malati,
quello che va a 300 all'ora e ti tiene incollata al sedile. 
E tu ti tieni con le mani aggrappata per non mollare la presa,
perchè se accadesse, ti sentiresti persa nel vuoto.

Ti abbiamo dato anche un nome:
PINO
e ti abbiamo confezionato
 una storia d'amore con Rosetta

Così sei entrato piano piano a far parte della mia vita, 
ma forse potrei dire della nostra vita, 
mia, di mio marito e dei miei figli.

"Pino il bottoncino" 
era il tuo nome e cognome.

Scherzosamente ti menzionavo 
quando dovevo spiegare a mia figlia 
che non riuscivo a prenderla in braccio 
o quando non potevo prendere
 la cartella di mio figlio, fuori scuola.
O ancora, 
quando non riuscivo ad alzare 
la vaschetta dei panni da stendere 
o cambiare le lenzuola e fare il letto.

Insomma Pino 
la tua presenza si è sentita eccome!

Però voglio dirti 
GRAZIE.

Perchè con la tua presenza ho affrontato tutto più serenamente.

Anzichè bucare le mie vene, 
ormai ridotte ai minimi termini dalla chemio, 
ho potuto usare te.
Eri sicuramente in una posizione singolare, 
sotto la clavicola.
Però a me bastava per sentirmi serena.
E per non vedere quell'ago nel braccio, 
che sin da bambina mi ha sempre resa triste.

Non mi hai risparmiato niente. 

L'attimo in cui ti bucavano con il catetere 
è sempre stato 
un attimo di 
pura follia.

Però in teoria 
non servi più.
Non avrei mai pensato di dirlo.

Ma non servi più.
Non servi più.
Non servi piùùùùùùùùùù.

Quindi ti voglio dire addio.

So che non sarà facile. 
Perchè da un lato eri una mia sicurezza.
Oggi c'è la stessa ansia di quando ho finito le chemio.

La domanda che mi arrovellava la mente era 
"E adesso cosa faccio, senza chemio? 
Non avrò recidive?"

Oggi con te è più o meno la stessa cosa
"Cosa farò senza il mio bottoncino?"

Succederà mai di sentire la tua mancanza un giorno?

Ovviamente una mancanza 
legata ad una necessità 
che possa servire la tua presenza,
di nuovo. 

Ora basta. 
E' arrivato il momento....

Addio Pino....
nonostante tutto, 
sei stato un buon compagno di viaggio.

Laura











domenica 10 aprile 2016

E dopo impari

Dopo un po' impari la sottile differenza 
tra tenere una mano ed incatenare un'anima.

E impari che l'amore 
non è appoggiarsi a qualcuno 
e la compagnia non è sicurezza.

E inizi ad imparare che i baci non sono contratti 
e i doni non sono promesse.

E cominci ad accettare le tue sconfitte 
a testa alta e con gli occhi aperti;
con la grazia di un adulto 
non col dolore di un bambino.

E impari a costruire le tue strade oggi 
perchè il terreno di domani 
è troppo incerto per fare piani.

Dopo un po' impari che il sole scotta 
se ne prendi troppo.

Perciò pianti il tuo giardino e decori la tua anima, 
invece di aspettare che qualcuno ti porti fiori.

E impari che puoi davvero sopportare, 
che sei davvero forte, 
e che vali davvero.

(credits: anonimo)




Un bacio a tutte.

Laura

domenica 3 aprile 2016

Bellezza



Definizione di bellézza

Qualità di ciò che appare o è ritenuto bello ai sensi e all'anima.
La connessione tra l'idea di bello e quella di bene, rinvia alla concezione della b. come ordine, armonia, proporzione delle parti, che trova piena espressione nella filosofia greca. La nozione di b. oggi è categoria autonoma, caratterizzata dalla capacità del bello di essere percepito dai sensi.

I sensi
L’anima
L’idea di bello
L’idea di bene
Sono tutte parole che si trovano all’interno della definizione di bellezza.

Ma cosa è davvero la bellezza?
La bellezza si compone di mille sfaccettature.
La percepisci con i 5 sensi: 
vista, udito, tatto, gusto, olfatto 
si mescolano in una danza d’altri tempi.

La bellezza
è l’abbraccio dei miei figli la mattina.
E' il bacio di mio marito per augurarmi buona giornata.
E' una serata con le amiche condita di chiacchiere e risate.
E' lo sbocciare della primavera.
E' un pianto a dirotto.
E' ritrovarsi più forte, dopo un percorso di malattia e di sofferenza.
E' capire che nulla c’è di scontato in questa vita.
E' capire che sei tu, soltanto tu, il condottiero delle tue avventure.

La bellezza sta nei piccoli gesti, quelli che riempiono il cuore.

La bellezza sta nelle emozioni forti, 
quelle che si annidano tra la prima e la seconda pelle.

La bellezza sta nell’accettare anche le sconfitte.
Rialzarsi, superarle, e ricominciare a camminare.

La bellezza sta negli occhi di chi abita la tua anima.

La bellezza è quella parte di noi,
 intima, profonda, quella che respira, ama, fa battere il cuore, 
non fa dormire la notte per l’agitazione, 
che è tramonto e alba insieme, 
che è fatta di pianti, sorrisi e abbracci.

Quel tipo di bellezza è un esercizio quotidiano, 
è un impegno costante, 
è sacrificio, 
è sofferenza 
e a volte è anche coraggio.
Perché bisogna avere coraggio, 
tanto coraggio, 
per essere belli con i propri mezzi, 
con gli strumenti che la vita ci ha fornito.
Chi una malattia, chi una disabilità, chi un dolore incolmabile, chi….

L’essere belli è mettersi in discussione per tirare fuori il nostro meglio, sempre e comunque.

Perché siamo noi a mettere i confini alla bellezza
Ma la bellezza resterà sempre senza confini.

Un bacio a tutte

Laura

venerdì 1 aprile 2016

Martedì 1° aprile 2014

Ricordo ancora il viaggio di quel martedì. 
Erano le 5 di mattino.
Mio marito guidava
e io guardavo le luci
che abbagliavano il buio di quella
che per molti era una notte anonima. 
Destinazione Rovigo. 
Dove avrei rivisto il mio Doc
e finalmente avrebbe tolto dal mio corpo
 questo "ospite" non gradito,
che aveva rovinato la mia vita.
Ripensavo alla festa della Prima Comunione
 fatta al mio piccolo ometto,
giusto 2 giorni prima...
e già mi sentivo una persona fortunata
per esserci stata. 
Avevo già preparato tutto nella mia testa. 
Volevo far capire a tutti
quanto mi erano stati vicini in quel mese assurdo
e far sentire loro che erano con me
anche quel giorno,
erano con me
anche in quella sala operatoria,
erano con me
in questo viaggio
che non aveva più senso.

Avevo visto un video giorni prima,
e fu mio.
Lo mandai a tutti,
scrivendo che la loro amicizia
e il loro amore
avevano lo stesso valore che queste persone
avevano fatto per la loro amica
e che su quel divano
c'eravamo seduti tutti...
... insieme....

sempre per sempre.



Grazie di cuore.

Nonostante tutto mi sento in debito con la vita.

Essere fortunati è la cosa più rara del mondo.
E questo viaggio,
senza di voi,
sarebbe stato sicuramente
più difficile.

Vi voglio bene

Laura