Questa è la storia di Pino & Rosetta.
Una storia di simbiosi, di scambio reciproco, di coesistenza.
Però non fatevi ingannare dai nomi...
Chi sono? Ma è semplice...
Pino il dispositivo e Rosetta la tetta!!!
Facciamo un passo indietro...
Dopo il mio 2° intervento, quello di ricostruzione, dovevamo battezzare la nuova tetta... e tra uno scambio e l'altro nel gruppo di whatsapp con i miei parenti pink (la zia speciale, le cugine, mia mamma e mia sorella) è arrivato il suo nome, che più indicato di così non si poteva...
ROSETTA... LA TETTA!!!
Qualche giorno dopo le dimissioni dall'ospedale, avevo il primo controllo in oncologia, e ovviamente tra i tanti discorsi, siamo arrivati anche al port a cath (ndr: dispositivo sottocutaneo, messo appena sotto la clavicola e appena sopra la tetta, in questo caso proprio Rosetta), comunicandomi che almeno almeno, l'avrei tenuto per 2 anni...
Anche qui tra un messaggio e l'altro su whatsapp, questa volta con la mia cognatina, riportandomi l'esperienza della sua amica di sempre, mi dice che potrei dargli un nome, una sorta di amico fidato...
e allora ecco che la mia folle mente sforna il nome...
PINO ... IL DISPOSITIVO!!!!
E qui nasce l'amore...
Pino si rende conto che esiste grazie a Rosetta, senza la tetta finta, lui non sarebbe nato, non sarebbe stato bucato per ben 6 volte ufficiali (ndr: le chemio) e una miriade di volte ufficiose.
Quelle ufficiose sono i buchi che preferisce, perchè si fa una bella doccetta e se ne esce ringalluzzito e bello pulito (ndr: non sono altro che i lavaggi mensili fatti in oncologia).
Rosetta, che si trova appena sotto di lui, sente questa scia di profumo di pulito e capisce che non può che essere Pino. E lui si gonfia per bene, sentendosi perfetto.
E cosa dire di Rosetta, come ogni donna sa che poteva fare a meno di Pino, in qualche modo le terapie per guarirla (ndr: o meglio per guarire l'involucro in cui lei è inserita, cioè la sottoscritta) gliele avrebbero fatte lo stesso.
Perchè le donne fanno tutto lo stesso.
Però sa che con Pino tutto è più semplice.
Lui è discreto, nascosto, ma non troppo.
Un pò tondo e spigoloso quando vuole.
A volte rompe anche le palle...
ma sopporta pazientemente come solo ogni donna sa fare.
Loro lo sanno che non si potranno mai incontrare,
perchè c'è una distanza statica che non si può annullare.
Lui è appena sotto la clavicola, scavato dentro il muscolo, ancorato nella vena sino ad arrivare all'atrio destro del cuore.
Lei è lì,
nel luogo più femminile del mondo,
sotto quella pelle che ha visto sfamare due figli,
ha sentito i brividi delle emozioni più forti.
Ora è abitata da un bel cumulo di silicone,
ma tiene botta!
E quando ha la giornata storta,
sa di poter guardare in alto e
per almeno due anni,
sa che troverà lui...
Oggi loro avevano bisogno di essere raccontati come in una favola.
Un bacio a tutte.
Laura
e ci hai scritto una bella dolcissima favola
RispondiEliminaAnnamaria
Giusto per vedere le cose da una prospettiva diversa...
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