domenica 14 febbraio 2016

Biglietto augurale

Ogni tanto capitano delle cose inaspettate che però 
credo fermamente non siano mai a caso.

Erano i primi giorni dell'anno e trovandomi a casa dei miei, 
mi stavo assaporando lo spettacolo 
che la natura del mio paesello mi regalava.

Era sabato mattina ed ero al mercato con mia sorella e mia mamma,
 il che non succede praticamente mai vista la distanza che ci divide.

Quando mi piace vedere le persone 
che si fermano in mezzo al mercato, 
per un saluto, due chiacchiere.
Quella mattina mia mamma venne fermata da  una sua cugina 
e continuava a coprirla di complimenti 
per le splendide figlie che aveva mia mamma. 
E io e mia sorella che sorridevamo.

Quanto adoro questi piccoli episodi. 
Sanno di famiglia,
di legami.

E mentre mia mamma continuava le sue chiacchiere, 
io e mia sorella, già gonfie per i mille complimenti appena ricevuti, 
iniziammo a girare per il mercato. 

Appoggiai lo sguardo su un paio di stivaletti con tacco 
(no giuro... non stavo facendo shopping) 
e mentre facevamo considerazioni tra sorelle, 
si avvicinò una suora del paese e ci porse un bigliettino,
facendoci gli auguri di un buon anno.


 Ci scambiammo due parole, 
la ringraziai per il biglietto e ci benedì. 
Lì, in strada, come se fosse la cosa più naturale del mondo. 
Ed in effetti per un credente, un professatore di fede, 
credo che succeda davvero così. 
E' il loro pane quotidiano. 

Finii i miei acquisti, 
perché alla fine non resistetti davvero a quel paio di scarpe, 
e continuai a camminare. 

Iniziò a nevicare. 
E mentre quei fiocchi leggermente ghiacciati 
si posavano sulla mia testa, sul mio giubbotto 
aprii il biglietto e rimasi senza parole.


C'è una cosa che mi sono ripromessa da quando 
sono caduta (per un attimo) nel mondo della malattia.
Che con i pochi strumenti a mia disposizione, 
avrei cercato di far nascere un sorriso 
a chi si fosse scontrato con un grosso ostacolo da superare.
Il senso del blog era questo. 
E' questo. 
E quando ho letto quel biglietto 
non so se Dio voleva farmi capire che avevo imboccato la strada giusta. 
O se voleva dirmi che dovevo impegnarmi per questo.
Poco importa.

Quello che farò, 
per quanto mi sarà possibile, 
sarà questo:

"essere consolatore e tenerezza 
per ogni fratello che incontro"

Promessa.

Un bacio a tutte.
Laura
 

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