mercoledì 9 dicembre 2015

#bellezzasenzaconfini

Tratto dal sito:
#bellezzasenzaconfini


Occhi determinati e sognanti dritti in camera. 
Sono loro,
le modelle dell’evento sfilata
“Bellezza senza confini”
 
e l’obiettivo è quello di Daniele Plaitano,
una messa a fuoco intima e di cuore
su tre spaccati di vita e bellezza.

Angela, Benedetta ed Angela
ci raccontano di sé e del loro piacersi.

Non serve disquisire troppo sul concetto di bellezza,
perché è chiaro che l’idea di bellezza
sta cambiando tingendosi dei toni
della vita,
dell’amore
e dell’intima costruzione interiore. 
Eccole allora davanti ad un obiettivo perché la vita serve a stupire,
farsi ammirare e accogliere l’altro,
per condividere passioni,
emozioni
e il valore di bellezza senza regole.



Angela Cuofano
rivive l’allure tipico degli anni ’50
sentendosi per un giorno sé stessa.
A testimonianza di quanto sia grande
e determinante il nostro essere interiore
nel regalare bellezza.

Io voglio dimostrare che posso diventare quello che voglio,
sedia o no.
Bellezza senza confini…
Io non ho problemi con lo specchio.
Sono gli altri che hanno un problema con me.
È ora che questi altri lo capiscano”.



Benedetta De Luca
mostra con fare irrompente
la sua femminilità
in una location simbolo di sensualità.

Intraprendente,
generosa,
passionale.
Sono una biondo platino tutto pepe,
 rossetto rosso e occhi che parlano da soli…
ah, e sono una ragazza disabile,
per camminare uso l’ausilio di un paio di stampelle,
ma tutto questo ovviamente non ferma
la mia femminilità
e la mia voglia di mettermi in gioco,
sempre”.



Angela Avallone
esprime il suo lato sensibile e retrò,
 dal punto di vista “poetico”:
appassionata della lettura
e forte nella duale natura
che la vuole anche tagliente
e determinata
come un maschiaccio,
per un giorno
nelle vesti di donna di altri tempi
che si emancipava con la cultura.

Inchiodata ad una stella.
Ci sono sempre ombre
che si divertono a coprire le stelle
perché la loro luce fa paura,
acceca.
O forse il contrario,
forse la luce delle stelle
aiuta a trovare la bellezza
anche dove non avresti
mai immaginato di vederla”.
L’organizzatrice di questa sfilata  no profit  è
Francesca Ragone

lookmaker salertina 
che ha creduto in questo progetto straordinario 
per dimostrare quanto
 sia normale e meravigliosa la diversità 
e quanto la bellezza sia l'armonia delle imperfezioni.

Bellezza senza Confini  
si terrà il 10 dicembre  
al Salone dei Marmi del Comune di Salerno.


E da qui iniziano le mie di parole:

Per chi abita vicino,
e ci potrà andare.

Per chi abita lontano
e non potrà esserci.


E' inutile dire che sarete splendide su quella passerella

e questo è il modo che ho trovato per dirvelo.



"I sensi
L’anima
L’idea di bello
L’idea di bene
Sono tutte parole che si trovano
all’interno della definizione di bellezza.

Ma cosa è davvero la bellezza?
La bellezza si compone di mille sfaccettature.
La percepisci con i 5 sensi:
vista,
udito,
tatto,
gusto,
olfatto
si mescolano in una
danza d’altri tempi.


La bellezza
è l’abbraccio dei miei figli la mattina,
è il bacio di mio marito per augurarmi buona giornata,
è una serata con le amiche condita di chiacchiere e risate,
è lo sbocciare della primavera,
è un pianto a dirotto,
è ritrovarsi più forte, dopo un percorso di malattia e di sofferenza,
è capire che nulla c’è di scontato in questa vita,
è capire che sei tu, soltanto tu,  il condottiero delle tue avventure.

La bellezza sta nei piccoli gesti,
quelli che riempiono il cuore.


La bellezza sta nelle emozioni forti,
quelle che si annidano
tra la prima e la seconda pelle.


La bellezza sta nell’accettare anche le sconfitte.
Rialzarsi,
superarle,
e ricominciare a camminare.


La bellezza sta negli occhi di chi abita la tua anima.

La bellezza,
è quella parte di noi intima, 
profonda,
quella che respira, 
ama, 
fa battere il cuore, 
non fa dormire la notte per l’agitazione, 
che è tramonto e alba insieme, 
che è fatta di pianti, 
sorrisi e abbracci.

Quel tipo di bellezza 
è un esercizio quotidiano, 
è un impegno costante, 
è sacrificio, 
è sofferenza 
e a volte è anche coraggio.
Perché bisogna avere coraggio, 
tanto coraggio, 
per essere belli con i propri mezzi, 
con gli strumenti che la vita ci ha fornito.
Chi una malattia, 
chi una disabilità, 
chi un dolore incolmabile, 
chi.



 L’essere belli è 
mettersi in discussione
 per tirare fuori il nostro meglio, 
sempre e comunque. 

Perché siamo noi a mettere i confini alla bellezza 
Ma la bellezza è senza confini"


Che sia una splendida serata

Laura


domenica 6 dicembre 2015

E poi ci sono loro...

E poi ci sono loro... 
gli angeli che hanno nascosto le ali.

Sono loro
che non dimenticano mai 
di essere i bastoni sul quale sorreggerci nei momenti bui.

Sono loro
che accolgono ogni nostro sbalzo d'umore, 
facendolo scivolare via, come neve che si scioglie al sole.

Sono loro
che nelle giornate tristi
 si improvvisano artisti di strada
 e ti trasformano la casa in un teatro
 e ti fanno assistere al più bello spettacolo dell'anno.

Sono loro 
che nel cuore della notte, 
quando sentono che non dormi, 
allungano la mano per farti sentire che non sei sola.

Sono loro
che senza farsi sentire,
ti fanno il letto la mattina,
ti portano la vaschetta dei panni vicino allo stendibiancheria,
evitandoti di portare pesi e appesantire il tuo braccio operato
e degno delle migliori accortezze.

Sono loro
che entrano in casa,
e si avvicinano dandoti un bacio sul collo.

Sono loro
che a volte riescono a tirar fuori il peggio di te.

Sono loro
che lasciano in giro sparso per casa,
ogni tipo di indumento, scarpe, accessori.

Sono loro
che prendono il permesso dal lavoro
quando hai qualche tipo di visita,
che rientrando ormai nella routine,
sei convinta di poter andare sola,
per non scombussolare gli orari di un'intera famiglia.

Sono loro
che a volte ti regalano una canzone,
perché magari ha proprio le parole che abitano il loro cuore.

Sono loro
che non ti faranno mai vedere
che hanno accusato il colpo della tua malattia.

Sono loro
che quando tutto diventa insopportabile,
ti guardano e ti dicono
"respira"

Sono loro
che asciugano le nostre lacrime
e le trasformano in energia pura.


MARITI
COMPAGNI
AMANTI



Questo pensiero è tutto per Voi.
Laura

domenica 29 novembre 2015

24 ore di pura emozione

Ci sono cose che a volte a spiegarle si fa fatica. 
Le mie ultime 24 ore sono una di queste.

Tutto inizia ieri mattina, alle ore 8.
Mi sono tolta i vestiti di mamma e di moglie per calarmi nei vestiti di figlia e di sorella.

Destinazione? Clusone. 
Obiettivo? Cena della classe 1975 per festeggiare i 40 anni.

Ore 08.07 partenza dalla stazione di  San Donà di Piave (VE)
ore 11.57 arrivo alla stazione di Pisogne (BS)

Ho trascorso il pomeriggio in compagnia dei miei genitori e di mia sorella.
La festa della classe non era l'unico obiettivo.

Ce n'era un altro che mi stava davvero a cuore.

Alle ore 19 dovevo trovarmi in Aeroporto a Orio al Serio.

In qualche modo dovevo arrivare.

Obiettivo? 
Portare un sorriso e un pò di energia a chi aveva iniziato il suo ennesimo viaggio della speranza.

Un sorriso per Teresa.
Non potevo non trovarmi lì fuori dalla porta con sopra scritto "ARRIVI".

Non potevo non dare il benvenuto nella mia regione, a casa mia.

Questo viaggio in particolare, ma soprattutto il motivo per cui viene fatto questo viaggio, so che è fonte di ansia, paura, e voglia di vita.

E' stata una settimana dura, perchè i  pensieri di Teresa si sono aggrovigliati nella testa come i fili di gomitoli di lana.

E io volevo che scendesse da quell'aereo e si sentisse a casa, 
attraverso l'unico strumento che potevo regalarle: 
il mio abbraccio.

So di aver perso la messa dei coscritti,
 ma ho guardato in cielo e ho detto 
"Dio, perdonami, ma questa cosa la devo fare sul serio".

E mi sono presentata in aeroporto così, aspettando la mia ANIMA BELLA.




Come nei film, appena l'ho intravista ho iniziato ad agitare il mio cartello... 
e il sorriso le si è stampato sulla faccia 
(si perchè l'ho visto anche se era lì, nascosto sotto la sua mascherina)


E il mio abbraccio è arrivato forte e chiaro.

Abbiamo scherzato facendoci qualche foto da immortalare nel libro dei ricordi





E poi come due matte, 
abbiamo fatto questa, 
per far capire che un sano vaffanculo 
a volte ci sta pure bene. 

#FUCKCANCER

La mia missione era compiuta!
Obiettivo raggiunto: 
dare un pò di carica ad una Piccola Donna Straordinaria.

I tempi erano stretti. 
Sia per me che per lei.
Ma quell'abbraccio è bastato a tutte e due
 per sentirsi avvolte da un'amicizia speciale.

Distanza Nord & Sud ancora una volta è stata spazzata via.

Ci siamo lasciate in aeroporto e via di corsa verso l'altro mio grande appuntamento:
la festa della classe.

Arrivata giusto in tempo.

E' stata una serata straordinaria.

Abbiamo riso a crepapelle,
ballato fino a non sentire più i piedi,
chiacchierato con persone riviste dopo 25 anni

e il mio cuore, 
per la seconda volta in un giorno,
si è riempito di forti emozioni.


Alle ore 8.00 di questa mattina 
ho indossato di nuovo i vestiti di mamma e di moglie 
e sono ripartita verso casa. 



Ormai è sera.
Ho appena dato la buonanotte ai miei figli,
raccontato una favola alla mia principessa
e concluso la loro giornata con la mia frase di rito:
"TI AMO. FAI BEI SOGNI"

Adesso è arrivato anche per me il momento di andare a nanna,
 con il cuore gonfio di vita.

Buona notte a tutti.
Laura

venerdì 27 novembre 2015

AMO IL RISCHIO

Sembra una cosa banale acquistare un divano bianco.

Per me non lo è.

Qui c'entra molto la nuova Laura,
quella dopo la malattia,
quella che è caduta nel mondo dei malati
e anche se è ancora paziente oncologica,
fa finta di non esserlo
(più o meno!).

MAI

avrei acquistato
 un divano bianco
con DUE BAMBINI e DUE CANI ...

Ma nella mia vita non aspetto più di fare le cose dopo,
magari con qualche rimpianto
per non averle fatte
o perché non ci è più concesso il tempo.

Le cose se le voglio
(e se posso permettermele)
me le prendo!

Punto!

Non c'è un domani
che non sia più importante
del mio OGGI
del mio ORA
del mio QUI.

E il divano bianco risponde ai canoni dell'OGGI-ORA-QUI!

Durerà poco?
Chi lo sa!
Può darsi!

Ma avete presente
il mio animo SHABBY
come era contento
alla vista
di quella distesa infinita di bianco
nel mio salotto?

Se aggiungo il calduccio
emanato dalla stufa a legna
e la luce tremolante delle candele accese,
il gioco è fatto...

Adesso posso spuntare
nella mia lista dei desideri anche lui.



Pronta per un altro desiderio.

Buona giornata a tutte.
Laura


lunedì 23 novembre 2015

Una stretta di mano

Ricordo ancora quella stretta di mano.
Il primario di radiologia stava facendo l'ecografia, ed aveva già sui monitor la mia mammografia appena eseguita. 
Stanza in penombra, illuminata solo dalla luce del video...
E il medico che non scollava gli occhi dal computer... 
sembrava cercasse tempo per trovare le parole... 

Poi.... 
una stretta di mano... 
quasi come quella di un padre alla figlia 
e le sue parole sono arrivate come sassate sull'anima... 
"signora, non è una ciste".

Le mie prime parole sono state "Devo cominciare a preoccuparmi?"

La risposta: "Lei non deve preoccuparsi. Adesso lei farà tutto quello che le diremo e capiremo la strada da fare"

Da quel momento è iniziata una settimana in completa ed assoluta apnea.

L'esito è ormai nella storia: 
carcinoma mammario lobulare infiltrante.


Il resto lo leggete ogni giorno in questo blog.

E' passato più di un anno da quella stretta di mano...
Alcune cose affievoliscono col tempo ed altre restano lì per sempre...
Non ci si dimentica, però si può scegliere se stare fermi o guardare avanti....

Io onestamente ho deciso di guardare avanti...

Stare ferma mi fa venir male ai piedi...

e guardare indietro mi fa venire male al collo....

guardare avanti è più semplice...

Un bacio a tutte.
Laura

venerdì 20 novembre 2015

Piccolo Progetto di Donna

E' inutile dire che quando mi imbatto in persone speciali, 
non riesco a non approfondire la loro storia. 
Perché vivo di emozioni, 
perché dietro ai migliori sorrisi  
ci stanno persone che hanno vissuto un dolore forte
perché condividere le loro storie 

INSEGNA

SEMPRE.

Questa è una di queste storie.

E io la regalo a Voi
come Benedetta l'ha regalata a me.
 



Ciao!
Eccomi qui.
Benedetta De Luca,27 anni, laureanda in giurisprudenza.
In tre parole mi reputo: 
intraprendente, generosa, passionale.

Sono una biondo platino tutto pepe, rossetto rosso e occhi che parlano da soli... 

Ah, e sono una ragazza disabile,
per camminare uso l'ausilio della carrozzina e l'ausilio di un paio di stampelle, 
ma tutto questo ovviamente non ferma la mia femminilità e la mia voglia di mettermi in gioco, sempre. 
Sono nata con un'agenesia del sacro, 
una malattia abbastanza rara... 
Ebbene si, 
sono più rara che unica.
Mettiamola così, 27 anni fa nacqui un po' tutta storta...
 con i piedini torti, 
le gambine all'insù 
e la mia vita era destinata a rimanere in un letto, 
per sempre. 
Non proprio carino come inizio.
Mia mamma, che già aveva avuto due sorelle prima di me sane e belle, chiedeva al ginecologo del perché io non scalciassi...
 ma il ginecologo affermava che mamma "era una donna con le fisime"... 
Ma altro che fisime, la mia fortuna è stata proprio la mia mamma, 
una donna grintosa, guerriera, che non si arrende davanti a nulla. 
Decise che la mia vita non era questa, 
che avremmo lottato 
e che insieme avremmo raggiunto un traguardo. 
Le prime visite in giro per tutta Italia, io, mamma, papà e il mio porte-enfant.
Nessun medico voleva prendersi cura di me, 
ero un caso troppo pericoloso. 
Il medico troppo giovane non voleva iniziare con un caso così grave, 
e il medico più anziano a sua volta non avrebbe concluso la sua carriera con la probabile morte di una bambina. 
Ma poi, quasi quando ci stavamo per arrendere, per caso incontrai colui il quale ora è 
il mio angelo custode.
Professor Milella... 
un uomo prima che un medico.
 Dai racconti di mia mamma,  fu l'unico medico che mi chiese per prima cosa il mio nome, 
si affacciò nel port enfant e io lo guardai con i miei occhioni blu... lui esclamò:

" Lei è proprio un bel progetto donna, e tale la faremo diventare..."

 E mi definì come un delicato libro di musica, 
caduto in una bacinella piena d'acqua, 
per sfogliarlo era necessario farlo in maniera delicata. 

E così fu.
Susseguirono gli anni più dolorosi ma decisivi della mia vita. 
Mi attendevano 15 interventi alle gambe e due alla vescica. 
Il mio primo intervento fu a 15 giorni, 
per poi susseguirne altri per la bellezza di 13 anni. 
Diciamo che io non sono mai nata bambina, ma già adulta. 
Per tutta la mia infanzia nel mio armadio avevo solo vestagliette,pigiamini,pantofole. 
Capivo che qualcosa in me non andava.
Nel mio reparto di pediatria, tanti bambini venivano ad operarsi 
per un'appendicite, 
per il braccio rotto, 
per una caduta. 
Ma poi inevitabilmente uscivano tutti prima di me. 
Io no.
Rimanevo lì in quel reparto per mesi e mesi. 
Ma capivo che era per il mio bene. 
Che prima o poi i miei genitori mi avrebbero portato alle giostre o a comprare un gelato.
E credetemi, 
a quell'età è difficile "rassegnarsi" , 
non giocare, 
non uscire, 
non mascherarsi a carnevale.
Ma ero destinata a fare amicizia con le infermiere, 
a guardare ore e ore di cartoni animati, 
a giocare con mia mamma , 
per far passare il tempo.
All'età di 8 anni mi sottoposi ad un intervento lunghissimo, 
di quasi 9 ore. 
Entrai col sorriso, 
dissi a mia mamma che sarei uscita prestissimo dalla sala operatoria 
e dopo avremmo mangiato un bel piatto di pasta insieme. 
Ma mentre entravo, 
vedevo il mio papà che poggiava la sua testa al muro e piangeva. 
E se piangeva il mio papà, 
vuol dire che stavolta era un po' più difficile delle altre.  
Ma ormai l'anestesia era già nelle mie vene, e mi addormentai. 
Fortunatamente l'operazione andò a buon fine. 
Mi svegliai e trovai tutti vicino al mio letto. 
Avevo un sondino che entrava nel naso e arrivava allo stomaco, 
ero tutta stordita dal dolore 
ma avevo ancora voglia della pasta asciutta, 
e tutti si misero a ridere 
cercando di nascondere quelle lacrime 
che avevano versato fino a che non aprivo gli occhi.
Questi ricordi sono rimasti indelebili nella mia mente, 
nonostante fossi stata così piccola. 
Ma ringrazio Dio che mi ha dato una forza immane alle spalle: 
mia mamma. 
Una donna forte che non mi ha lasciato mai da sola. MAI. 
Quando sei piccola,
 i bambini sono dei giudici molto cattivi alle volte. 
Soprattutto se sei una bambina "diversa" . 
Ma adottai una tecnica di difesa. 
Alla consueta,ripetitiva e fastidiosa domanda:
" ma perché non cammini? ma hai le gambe sotto la gonna? " 
io guardavo intensamente il mio "nemico"...
 di sicuro anche lui aveva qualche difetto... 
e invece di difendermi attaccavo:
" e tu perché hai questa testa così grande? ti sta per esplodere?" 
E lui scappava in lacrime,dalla mamma. 
Uno a zero per me.
 Lo so, non si fa. 
Ora che sono adulta,
voglio fare un appello a tutti i genitori di bimbi piccoli:
"Io non me la prendo con i bambini, ma con voi genitori. 
Se vedete che un bimbo indica, chiede, 
urla con insistenza del perchè di una diversità, 
prendetelo da parte e spiegateglielo, 
ma fate capire loro che è maleducazione indicare con insistenza". 

Fortunatamente però la vita non mi ha regalato solo anni in ospedale, 
ma anche una vita fuori che amo.
Sono una laureanda in giurisprudenza, 
ho tanti hobby e passioni.  
 Mi reputo una ragazza forte, 
che fa tutto ciò che desidera:
viaggiare,
andare ai concerti,
cantare,
amare,
divertirsi. 
Ecco.
Amo la vita 
e la prendo a morsi, 
vivendo a 360 gradi. 
Lungi da me i pantofolai e gente triste,
io sono il sole. 
Adoro il mondo della televisione e stare sotto i riflettori...
ma il mio scopo è principalmente un altro:
vorrei che da parte dei mass media ci fosse l'iniziativa che va oltre un semplice concetto di moda e di bello per tutti indistintamente, ma che ha il coraggio di esprimere la bellezza e il fascino attraverso persone che non rispettano i consueti canoni della bellezza. 
Forse, in tale maniera, è lo stesso mondo della moda ad apparire più reale:
 non più il must della perfezione, ma piuttosto la normalità,
 che può quindi avere anche qualche difetto.
C’è purtroppo uno dei tanti stereotipi legati all’immagine della persona con disabilità 
che la vuole necessariamente come “sciatta”, “brutta”, “triste”. 
In altre parole, se appari sorridente, ben curato, non puoi essere disabile, non puoi soffrire di qualche patologia invalidante,
la dignità 
deve essere pari passo con 
la nostra disabilità.
 
Mi impegnerò cercando di abbattere quelle barriere mentali che ancora, purtroppo, nel 2015 esistono.


Io sono bella e disabile! 
Sono fidanzata da quasi un anno con un ragazzo meraviglioso, 
che non ha mai visto in me la disabilità. 
Anzi, ultimamente quando sono stata ricoverata per un problema ai reni molto serio,
 lui non mi ha lasciata sola neanche un attimo. 
Ho apprezzato tanto questo suo starmi così vicino. 

Si, io odio i musi e gli ipocriti, 
mi piace sognare ed entusiasmarmi ancora per le piccole cose, 
un regalo, 
un bacio, 
un sorriso.
 
Odio dipendere da qualcuno o qualcosa.
  
Credo nell'amicizia vera 
e amo essere circondata solo da persone positive.
Odio la falsità, 
amo l'ordine nel disordine, 
amo la filosofia...  
Forse un po' troppo impulsiva, 
vivo la vita pienamente, 
amo, 
odio, 
soffro 
e gioisco 
al 100% 
senza risparmiarmi.
Amo le storie intense e coinvolgenti, 
i colpi di fulmine,
 le follie.
Amo l'eleganza.
 
Eleganza come distinzione, 
come dote innata, 
un po' come la sensualità.
La stessa sensualità e femminilità 
che la mia disabilità non mi soffocherà mai. 
Si può essere sensuali anche senza indossare un tacco 12, 
ma solo con le parole,
la voce,
la gestualità, 
l'intelligenza. 

Quindi donne, 
voi siete belle,
ma spetta a voi dimostrarlo 
al mondo intero! 
Ogni mattina,
davanti allo specchio, 
ripetete come me: 

" IO SONO BELLA" 

e affrontate la giornata 
con il sorriso 
e il rossetto giusto! 



con affetto,
Benedetta De Luca.







Infinitamente grata alla vita per averti incontrato sulla mia strada.
Un abbraccio stretto
Anima Bella.

Laura