E poi arriva anche quel giorno, si il giorno del tuo funerale.
Dove ti devi scontrare con il dolore di tuo papà, dei tuoi familiari, di noi colleghe.
Dove ad un certo punto ti abbiamo dovuto salutare e da quel momento in poi sei entrata nei nostri ricordi, quelli eterni, in cui le persone vivono per sempre.
E' stata una cerimonia bella, il musicista con la sua chitarra e le sue note ha abbracciato tutte le persone che erano li per te. Ha creato una melodia con cui ci ha accompagnati tutti al tuo ultimo saluto.
Io non credevo di avere la forza di andare sull'altare e soprattutto non credevo che la voce sarebbe uscita, e ancora, non credevo di arrivare sino alla fine per dirti a modo mio ciao.
Ma ce l'ho fatta.
Ho preso un pò di coraggio, ho fatto finta di essere dentro le mura di casa mia e ho dato voce ai miei pensieri.
"Due vite diverse, colleghe a distanza, storie
differenti, un male comune: il cancro.
Quando hai iniziato a non star bene e tra
controlli e visite varie è arrivata la diagnosi è stata una botta per tutti, di
quelle che fai fatica ad incassare, perché pensi e credi che non possa capitare
alle persone che conosci.
Oncologia, chemioterapia, radioterapia, sono
parole che si sono aggiunte al tuo vocabolario e noi colleghe con il fiato
sospeso attendavamo gli esiti delle tue visite con le dita incrociate, se davano
buone notizie.
Poi dopo 5 mesi la parola cancro arriva anche a
casa mia e anche al mio dizionario si sono aggiunte parole come oncologia, mastesctomia,
chemioterapia, scintigrafia, tac, risonanze e potrei continuare all'infinito in
questo dizionario della malattia dove sia io che te siamo state catapultate.
Non ci siamo più viste. Ognuna impegnata a
combattere la propria battaglia.
E poi il destino ha voluto che la tua strada
prendesse una piega diversa, dove la speranza inizia a perdersi per strada, dove
il buio di quel tunnel si infittisce sempre di più, dove tutto perde di senso e
di valore.
Abbiamo colleghe meravigliose, che ti hanno
seguito, coccolato e accompagnato in questo percorso di dolore e di malattia.
Hanno protetto anche me in questi mesi, raccontandomi solo le cose positive che
ti succedevano e tralasciando tutte le tue battaglie in cui sei uscita
sconfitta.
Avevano capito che quando cadi in questo mondo il
pensiero della morte non ti lascia più e ti trovi a fare i conti con la paura,
si… la paura di non farcela, la paura che un giorno la morte arrivi e ti porti
via con se e ti porti via dalle persone che ami.
Quante volte avrei voluto venire a tenerti la
mano, a darti un bacio, per dirti che quella paura era comune a tutte e due, a
tutte le persone che fanno i conti con un cancro, a dirti che non eri sola.
Ma non ce l’ho fatta. Perché mi sarei scontrata
con il rispetto della tua persona.
Si, perchè io sarei arrivata da te con i miei
capelli cortissimi, con la mia operazione fatta da mesi, con i miei cicli di
chemioterapia fatti, quando tu ancora stavi combattendo con questo mostro.
Sarei arrivata aggrappata alla speranza di
sopravvivere, quella che se cadi in questo mondo non puoi non avere, quando la
tua di speranza si stava affievolendo pian piano.
Sarei arrivata con il mio sorriso, quello che non
mi ha abbandonato in tutti questi mesi e mi sarei scontrata con il tuo volto,
che da mesi quel sorriso non aveva più.
E allora ho deciso di starti vicino a modo mio,
pregando questo Dio che ti desse la forza di far fronte a tutto questo. Altro
non ho potuto fare.
Ora sappiamo che sei lassù, oltre le nuvole, dove tutto è ovattato, dove parole come malattia e dolore non esistono, dove il cielo è sempre blu e dove il sole ti scalderà il cuore e l'anima.
Tu da lassù ricordati di noi ogni tanto, guarda giù, noi siamo sempre qua e attraverso la memoria e i nostri ricordi ti faremo vivere per sempre."
Ciao Paola
Nessun commento:
Posta un commento