1° MARZO 2014
E' una di quelle date che è come se fosse stata scolpita nel cuore... a fuoco vivo!
E' stato il giorno della mia diagnosi di cancro al seno.
E' stato il giorno della disperazione.
E' stato il giorno in cui la "leggerezza" ha preso il volo e ha lasciato il posto a tutto il resto.
E' stato il giorno in cui una famiglia intera è stata travolta da un tornado.
E' stato il giorno in cui ho tirato fuori le unghie e ho difeso e protetto i miei figli.
E' stato il giorno in cui ho scoperto cosa sia la Paura, quella con la P maiuscola.
E' stato il giorno dell'inizio della fine...
la fine di quello che era stata la mia vita sino a quel momento.
OGGI, dopo 4 anni,
voglio solo dire GRAZIE.
Perché voglio che questa data mi rimanga impressa non per tutto quello che è stato,
ma per tutto quello che mi è stato permesso fare dopo.
GRAZIE... si... GRAZIE
in primis per la possibilità di vedere crescere i miei figli,
di ridere con loro,
di VIVERE DI LORO.
GRAZIE per avere al mio fianco il miglior compagno di vita, mio marito.
GRAZIE per le mie amiche, che sanno restarmi accanto, nonostante tutto.
GRAZIE alla mia famiglia che non mi lascia mai sola.
GRAZIE a tutti quelli che per svariate ragioni sono entrate nella mia vita, ed hanno lasciato un segno.
GRAZIE all'Associazione ANDOS che mi vogliono bene come una figlia
e che accolgono sempre con grande interesse tutto quello che propongo.
GRAZIE DIO.
Solo tu hai permesso questo.
Spero tu non mi abbia riservato altre sorprese
perché onestamente mi sto ancora riprendendo dall'ultimo tornado in cui mi hai cacciato.
Ed il mio pensiero di fronte a tutto questo... è sempre lo stesso.
"Mi mancava l’aria.
Uscii in giardino, pioveva.
Guardai verso il cielo,
goccia dopo
goccia,
mi bagnai i capelli, il viso, i vestiti.
E rivolsi il pensiero a Dio.
Gli dissi che alla fine questa vita
credevo di meritarmela davvero.
Gli promisi che non l’avrei mai
sprecata.
Nemmeno l’infinitesima frazione di secondo.
L’avrei vissuta a pieni
polmoni.
Con le braccia sempre aperte.
Con il pedale dell’acceleratore a
tavoletta.
E se lui avesse deciso di farmi cadere
ancora,
non importava.
Mi sarei rialzata sempre con il sorriso
e dando sempre il mio meglio.
E gli promisi che, con dedizione e
costanza,
avrei trasmesso l’amore per la vita ai miei figli,
fino all’ultimo
respiro.
Perché è con la vita che bisogna avere la storia d’amore più bella.
E gli dissi che, anche se avevo tutte
le ragioni del mondo di lamentarmi,
io avrei detto grazie,
sempre e comunque.
Perché avevo avuto una seconda
occasione.
Questo era il segreto e doveva partire
tutto da lì"
(Goccia dopo goccia)
Un abbraccio
Laura
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