Buongiorno a tutte. Questo è un piccolo progetto a cui tenevo
tanto... diciamo che ho guardato le cose da una prospettiva diversa.
E' un racconto lungo, prendetevi 20 minuti di tempo... Buona Lettura.
So esattamente
quando sono arrivato da Lei! No, non mi serve una data! Ricordo il momento: Lei
era così presa con la sua vita di sempre: gli impegni di ogni giorno, quelli
quotidiani, svegliarsi alle prime luci dell’alba, portare i figli a scuola, andare
a lavorare, riprenderli da scuola per portarli a fare un’attività sportiva,
gestire i vari malanni della piccola, crearsi ogni giorno un piccolo progetto
creativo, andare in palestra, organizzare una serata con le amiche o progettare
una cenetta con il marito, organizzare la festa della Prima Comunione del suo
ometto, ritagliarsi il tempo per andare al concerto del suo idolo, organizzare il
compleanno della sua principessa … e perché no, investire del tempo per il tanto sospirato e atteso blog che lei e sua
sorella avevano deciso di aprire.
Ecco io sono
arrivato in quel momento!
Mi sono nutrita di Lei per quasi un anno. Che
meraviglia! Nessuno che sa della tua presenza e tu che puoi agire come vuoi. Non
c’è prezzo a tutto questo.
Una sera, anonima
per molti, ma non per me, Lei va a farsi la doccia, esausta da una domenica
piena di emozioni trascorsa con suo marito e i suoi figli e terminata con la
gustosissima pizza fatta da lei come ogni domenica sera e mangiata
rigorosamente davanti al divano con le immancabili compagne di viaggio: birra e
coca cola. L’acqua scorre lenta sulla sua pelle, calda e fumante, un piacere
che scalda il cuore. D'altronde siamo a febbraio, va beh che vive al mare, ma
fuori è inverno pieno! E poi, così in maniera imprevedibile MI SENTE! Ma come!
Ero stato così bravo a nascondermi sotto il suo seno! Come ha fatto! E poi mi
sono reso conto che erano passati mesi dal momento che ero arrivato da Lei, e,
avendo piede libero, mi ero nutrito in maniera così ingorda, che ero diventato
grande! E lei mi ha beccato!
Sempre con i nervi
saldi, esce dalla doccia, si asciuga e continua la sua routine normale di tutte
le domeniche sere. Mette a letto i bimbi, prepara i vestiti per il lunedì
mattina, dà una controllata alla cartella del suo ometto e della sua
principessa e poi risistemando qua e la casa, dice a suo marito che dovrà
andare dal medico per farsi fare un controllo perché ha sentito qualcosa sotto
il seno, ma sicuramente è una ciste.
Che insulto
definirmi una ciste!
Inizia la
settimana e via di impegnative: visita senologica, ecografia e mammografia. In
una settimana fa tutti gli accertamenti del caso ma con l’ecografia finalmente
capisce quello che non sono: una ciste.
Bisogna fare un
ago aspirato urgente. Mentre mi chiedevo cosa fosse un ago aspirato mi sono
sentito bucare con un aggeggio appuntito. Dovevano portare via un frustolo di
tessuto. Ma era il mio tessuto. Ma ero io!
Siamo tornati a
casa, io dolorante perché avevano portato via un pezzettino di me, Lei
dolorante nell’anima, stranita e senza parole.
Passano pochi giorni
e arriva il sabato 1° marzo. Di solito i suoi sabati erano scanditi da compiti
con l’ometto, progetti creativi per la principessa, sistemazione casa. Non l’ho
mai vista prepararsi per uscire di sabato mattina. Invece vedo che sta facendo
proprio quello. Il marito è con lei, mah, non capisco. E poi mi ritrovo nello stesso ospedale dove mi
hanno tolto il frustolo. Un po’ di attesa e sento tante parole. Domande,
risposte, silenzi, parole, parole, parole, parole, parole, parole... E alla fine ho capito: mi avevano identificato
per bene!
Tumore, cancro,
carcinoma, di tipo lobulare, multi centrato.
Eh ma cavoli ma
esiste tutta sta tecnologia!!! Un po’ di privacy no!?! Mi sono sentito nudo!!!
E privo di potere!!!
Torno a casa,
stavolta stranito ero io! Adesso sapeva della mia presenza e quindi doveva
scattare la fase due! Sperare che si abbattesse e si disperasse come non mai,
per poter agire come prima e avere sempre il mio super potere!
E così è stato.
L’ho vista versare le sue lacrime, tutte, sino all’ultima; anzi tante volte
anche lei pensava fossero le ultime e poi ne ritrovava ancora! L’ho sentita
ripetersi all’infinito “Perché proprio a me!!! Perché!”. E
io ero felice, ce la stavo facendo, era tutto direttamente proporzionale: più
Lei si disperava, più io acquisivo potere!
Poi l’idillio è
finito! Ad un certo punto l’ho sentita pronunciare queste parole: “l’unica
che può trasformare un macigno in una piuma sono io!!! Lo devo per i miei
figli, per mio marito, per la mia famiglia ma soprattutto per me stessa!”
E le quattro
lacrime che ancora aveva sul volto, le ha prese e trasformate in energia!
E per me è stata proprio l’inizio della fine!
I giorni a seguire
sono stati scanditi da visite ed appuntamenti, sino ad arrivare a martedì 1°
aprile: il giorno in cui si è liberata di me.
Mastectomia
mammella destra con svuotamento cavo ascellare.
Ma come succede
sempre in questi casi, Lei poteva anche liberarsi fisicamente di me, ma
l’incubo non poteva andarsene perché potevo aver fatto danni ovunque nel suo
corpo.
E infatti è stato
un mese di attesa: infinita, sfiancante, sfibrante attesa.
Io ne ero solo che
felice, perché speravo che tutto questo la rendesse debole, e invece intorno a
Lei si era instaurata una fitta rete di calore, amore, amicizia, conforto, da
far venire i brividi e lasciare senza parole!
E piano piano mi
sono reso conto che forse non era stata una grande idea arrivare da Lei.
Non cedeva,
manteneva il controllo, gestiva tutto con una sobrietà da rendere irascibili.
Aveva accanto a se persone meravigliose.
Mi sono pure detto che nel corso della sua vita era stata molto brava a
selezionarsi le persone con cui condividere la sua presenza su questa terra.
Non ce n’era uno
che sbagliava un colpo.
Gli amici lontani,
la massaggiavano continuamente, mattina e sera, anche solo un cuoricino su sto
diavolo di telefono.
Gli amici di ogni
giorno le hanno fatto capire da subito che avrebbero portato il macigno (così
ogni tanto venivo definito) insieme a Lei, per renderlo più leggero. Speravo
ogni tanto si dimenticassero di Lei ma nemmeno loro hanno sbagliato un colpo.
La mattina si
trovava dei piccoli pensieri sull’uscio di casa, lasciati lì per dimostrarle
che non era sola, ovviamente non sto
nemmeno a dire che tutto ciò accadeva in giorni particolari in cui doveva
succedere qualcosa: un esito, una chemio e chi più ne ha ne metta.
Poi è arrivato il
momento del “CUORE DELL’AMORE”. Sua sorella in visita da Lei una domenica
mattina, Le apre la porta di casa e si presenta con un enorme cuore in cui
sopra incollati c’erano i ricordi di una vita intera.
La sorella aveva
chiesto a tutti quelli che la conoscevano (amici lontani, vicini, zii, cugini,
suoceri, etc, etc) se volevano lasciarle un messaggio, un pensiero. La risposta
a questa proposta è stata devastante!
Il cuore era
enorme perché i messaggi, le foto, le poesie che le sono arrivate erano tante,
tantissime! Per un attimo ho pensato di essermi nutrito di una persona famosa.
Io non ho mai visto una cosa simile!
L’ho vista versare
lacrime mentre leggeva, ma ho capito
subito che erano le lacrime del CORAGGIO, della FORZA, della TENACIA,
dell’OSTINAZIONE, della CAPARBIETA’: LE LACRIME DI UNA GUERRIERA!
Ce l’avevano
fatta! Quella fitta rete di amore, amicizia, l’avevano resa invincibile, un
super eroe!!!! Una WONDER WOMAN!!!!!
Ma forse avevo
ancora una chance. Doveva arrivare l’istologico con cui avrebbero certificato
cosa avevo combinato nel suo corpo. Forse avevo ancora una carta da giocare.
E l’istologico è
arrivato!
Ho sentito
echeggiare parole come: “non era in fase iniziale”… “4 tumori nella mammella”… “2
cm, 1,7 cm, 4 mm, 1,2 mm”… “questo stava camminando” … “3 linfonodi su 17 in
metastasi”, etc, etc…
“Siiiiiiiiii” ho detto io finalmente! Avevano
capito di che pasta ero fatto! Non c’era “cuore dell’amore” che tenesse! Questo
sono: un mostro che arriva a devastare le vite altrui! Non chiedo permesso, non
ho sentimenti, sono avido e scaltro come pochi e mi nutro della vita degli
altri fino a distruggerla, disintegrarla!
L’ho vista fare il
viaggio verso casa in completo ed assoluto silenzio. Non serviva arrivare alla
visita dall’oncologo per capire che avrebbe dovuto fare chemioterapia, che
avrebbe perso i capelli e soprattutto che sono un brutto mostro!
Adesso si doveva
cedere. Doveva per forza disperarsi! E io avrei preso il sopravvento su di lei
e avrei ripreso i miei poteri! Oh siiii…
L’ho vista per
qualche giorno assorta nei suoi pensieri: meditava, pensava, si perdeva. Ho
creduto non trovasse risposta a tutte le sue domande e quindi aspettavo le sue
lacrime e a seguire il suo grande crollo! Fremevo per questo!
Poi il sabato 3
maggio, seduta a fare colazione con suo marito e i suoi figli, inizia a
parlare.
Racconta ai suoi
bambini che quando ha fatto l’operazione per togliere i sassolini che aveva
sotto il seno, uno si è frantumato in tutto il corpo, e non potendo fare un
taglietto per toglierlo, avrebbe dovuto prendere delle medicine, date solo in
ospedale con una flebo, le quali avrebbero agito in tutto il corpo e avrebbero
distrutto quel sassolino frantumato.
Purtroppo però,
essendo medicine “fortissimissime”, c’era un piccolo problema: avrebbe perso i
capelli.
A quel punto il
suo ometto, ormai quasi 10 anni, ha iniziato a sorridere quasi incredulo!
Lei imperterrita, continua
nel suo discorso, preparato tutta la notte, e dice ai suoi bambini che erano molto
fortunati, perché nessun loro compagno avrebbe potuto rasare a zero i capelli
della propria mamma, mentre loro avevano questa opportunità!
Il suo ometto
allora guardando il papà esulta dicendo che avrebbero potuto farle la testa
alla Balotelli… e giù un sacco di risate tutti e quattro!
STOP!
“Eh no!!!” mi sono detto. Ma che diavolo
sta facendo!?! Io sono qui che aspetto da mesi che cada come un pero cotto e questa mi minimizza la tragedia e me la fa
diventare un gioco!?! Ma chi è sta qua e come si permette!?!
Ricomincia a
parlare e sento che mette ai voti una scelta. Spiega ai bambini che ovviamente la
mamma non può girare con la sua testa pelata, perché se no si scotta, e chiede
ai bambini se preferiscono che la mamma abbia una parrucca o metta sulla testa
foulard e cappelli. All’unanimità vengono scelti foulard e cappelli anche
perché il suo ometto e la sua principessa le ricordano che Lei adora foulard e
cappelli e adesso è arrivato il momento di metterli per davvero!
Poi altro
problema: racconta ai bambini che Lei è stanca di chiamare “sassolini” quelle
cose che erano dentro di lei e chiede di poter cambiare nome.
Dopo una miriade
di nomi, nomignoli, viene coniato il mio nuovo nome “ Bi.Di.eSSe. Rompi Bolle”
“Banda Dei
Sassolini Spritz Rompi Bolle”
STOP!!!
“Eh no!!! Quando è troppo è troppo!” Mi
sono detto: non è possibile accettare tutto questo! Nella scala delle tragedie
arrivo appena prima della morte e questi 4 personaggi in un sabato mattina mi
hanno declassato ad una malattia da quattro soldi! Una sorta di raffreddore! NO,
NO e NO!
Ero arrabbiato
nero! Ma poi mi sono reso conto che non era tanto per il nomignolo dato ma per
la Sua reazione. Non aveva avuto il crollo che io tanto aspettavo e desideravo.
Mi aveva fregato!
Nei giorni a
seguire l’ho vista recarsi in ospedale e farsi avvelenare da una miriade di
sacche e flaconi in flebo e NON E’ CROLLATA!
L’ho vista farsi
rasare i capelli dai suoi figli e da suo marito, e NON E’ CROLLATA!
Anche perché anche
suo marito, mannaggia a me, non ha
sbagliato nemmeno quella sera.
Per non smentirsi,
in quell’episodio dopo averle rasato i capelli insieme ai bambini, l’ha
guardata negli occhi e le ha detto “posso solo regalarti i miei capelli stasera
amore mio” . Le ha dato in mano il rasoio e le ha fatto tagliare i suoi capelli
medio/lunghi e la sua barbona vintage, anni 30 che Lei adorava tanto.
In quel momento ho
gettato la spugna e ho dichiarato fallimento!
HA
VINTO LEI!!!!
Non riuscivo più a
sostenere la situazione. Ha avuto talmente i nervi saldi che è riuscita a fare
saltare i miei.
E, a sangue freddo
penso: non so se mai tornerò da Lei, chi può dirlo, so solo che su una donna
così è difficile avere il sopravvento, è difficile cercare di rovinarle la vita
fino al punto di toglierla, è difficile anche solo pensare che getterà la
spugna!
Non è l’unica,
perché donne così ce ne sono e sono quelle che hanno le migliori armi nascoste
e le sfoderano quando meno te lo aspetti, quando la vita chiede di puntare i piedi,
altrimenti cadi nel baratro. Lei i piedi li ha puntati, insieme con i pugni
serrati ed è diventata INVINCIBILE! E HA
VINTO!
E
io ho potuto solo andarmene.
Questa
è la mia storia, e la mia battaglia contro il cancro … e io l’ho voluta
raccontare così, in maniera un po’ diversa, se vogliamo anche ironica.
Però
una cosa la devo fare: ringraziare le persone senza le quali non sarebbe stata
la stessa cosa:
Prima
di tutto Lui. Avrei avuto il diritto di arrabbiarmi tanto, perché non si fa
arrivare un cancro ad una donna di 39 anni che deve far crescere due figli. Ma
proprio per questo motivo lo ringrazio: me l’ha fatto arrivare proprio a 39
anni e mi ha permesso di avere 2 figli, cosa che adesso non sarebbe più
possibile, e soprattutto non ha preso la salute dei miei figli, e per questo
vivrò nella gratitudine a vita. GRAZIE DIO.
MIA
MAMMA, che dal momento che ha saputo, si sarebbe voluta sostituire a me in ogni
istante di questo viaggio. La ringrazio soprattutto perché so che è stata una
faticaccia per lei farsi vedere ai miei occhi forte e paziente, perché si
augura sempre il meglio ad una figlia e vorresti non le accadesse mai nulla, ma
così è andata e insieme ce l’abbiamo fatta a superare anche questo.
MIO
PAPA’ che mi ha sempre guardato con gli occhi dell’ammirazione, per come ho
preso in mano la situazione, senza che si rendesse conto che tutto quel
coraggio, determinazione, tenacia, ostinazione, caparbietà me li ha insegnati
lui in tutti questi anni.
MIA
SORELLA, la mia seconda anima! E non serve aggiungere altro, se non che il
giorno che sono uscita di casa con il mio primo foulard da chemioterapica, Lei
a 300 km è uscita nello stesso modo. Dopo ogni seduta di chemio, si ritrovava
con le amiche di sempre a brindare virtualmente con me, per aver superato un
altro appuntamento che la vita mi aveva imposto e con un selfie mi faceva
sentire li seduta con lei a sorseggiare un ottimo spritz condito di chiacchiere
tra sorelle. Per non dire poi che arrivava con i prodotti di ultima generazione
per andare a tamponare quelli che erano i segni della mia malattia… insomma una
sorta di angelo.
MIO
MARITO. Ho sempre sostenuto che tutti hanno un angelo custode vicino a se e Dio
mi ha premiato e il mio ha pensato bene di darmelo in carne ed ossa per poterlo
vivere tutti i giorni. Questo angelo tanti
anni fa è piombato nella mia vita e mi ha salvato. Oggi posso dire che mi ha
salvato per la 2° volta. In tutti questi mesi, mi ha salvato ogni giorno, ogni
ora, ogni minuto, ogni secondo di questo viaggio, con un sorriso, un silenzio,
una risata a crepapelle, una cena, un fiore, un gesto. Ha sopportato
pazientemente quando mi vedeva silenziosa, senza mai pretendere niente,
aspettando che tornassi la sua Principessa di sempre. Voglio solo dirgli che
nonostante questo periodo, tutti i miei sogni si sono realizzati e che senza di
lui non sarebbe stato possibile, perché lui era il mio sogno più importante.
I
MIEI FIGLI senza i quali non avrei trovato la forza per andare avanti e che
hanno reso tutto un gioco. Hanno riempito le mie giornate con il loro
entusiasmo, la loro frenesia nel dirmi le cose, i loro capricci, i loro litigi,
le loro vittorie, i loro sorrisi, i loro baci e i loro abbracci, tutto si è
infilato lì, tra le pieghe della mia anima rendendola gonfia di emozioni e
sentimenti, quelli che ti fanno decidere di non mollare mai. Quando vivi
un’esperienza del genere, ci sono cose che si conficcano nella mente dei
ricordi e da li sai che non se ne andranno più. Con i miei figli ci sono stati
due episodi con i quali ho capito che da loro si può solo imparare e che hanno
tanto da insegnare e che brevemente voglio riportare su questi fogli. Il primo:
volendo tastare il terreno per capire cosa stavano provando, il giorno della
prima chemio, ho spiegato loro che non avevo tanta voglia di andare a “prendere
le medicine” e mio figlio con tutta la sua spensieratezza mi ha guardata e mi
ha detto “Mamma se per guarire servono quelle medicine vai e prendile … quello
che è da fare si fa”… e la seconda volta per capire se la testa pelata della
loro mamma fosse fonte di preoccupazione ho chiesto loro se anche senza capelli
ero bella come prima. La risposta dei miei figli è stata: “Mamma se tu ti vedi
bella per noi sei bella. Sei la mamma più bella del mondo”. In quel momento ho
tenuto una maschera, ho battuto il 5 ai miei figli alleggerendo tutta quella
situazione ma non nego che la mia anima era gonfia di lacrime. Spero solo una
cosa, che di questo periodo si ricordino solo della loro mamma senza capelli, e
non della fatica che ho fatto per fargli vivere tutto questo nel modo più
leggero che conoscevo.
LE
CHARLIE’S ANGELS così ci siamo definite: 3 angeli pronte a correre quando uno
dei tre cedeva! Potrei fare una lista di quello che hanno fatto e che ancora
stanno facendo e che faranno per sempre, ma non sarebbe mai abbastanza. Posso
solo dire che mi hanno tenuto la mano nei momenti più duri. Hanno fatto sentire
la loro costante presenza lasciando pacchettini appesi all’uscio di casa alle
prime ore dell’alba in segno di buon auspicio nei giorni più bui, hanno
organizzato cene per non lasciarci soli la sera prima di qualche appuntamento
importante, hanno adeguato la loro vita quotidiana ai temporanei limiti della
mia. Un esempio meraviglioso: vivendo al mare, le estati precedenti, ovviamente
si organizzavano i pomeriggi in spiaggia per i bambini, i quali affascinati
dall’acqua e dalla sabbia, lasciavano i 3 angeli alle loro chiacchiere e risate
e per quest’estate, hanno furbescamente deciso
che il sole fa male, e quindi in spiaggia era meglio non andare, e per non dare
nell’occhio per la scelta singolare, hanno giustificato dicendo che erano
stanche dal lavoro, “meglio un caffettino a casa”... Insomma che dire, usando
una metafora, sono state il burro e la marmellata sul pane di ogni giorno.
I MIEI AMICI
LONTANI. A loro voglio dire che mi sono mancati proprio tanto ma soprattutto
devo dire loro grazie. Perché ad uno ad uno, con la loro costante presenza,
hanno distrutto i 300 km di distanza che ci dividono e si sono seduti
virtualmente al tavolo della mia cucina.
SQUICIU che con i suoi messaggi
“da Squiciu a Wondy” ha contribuito a rafforzare quel cordone ombelicale che ci
lega sin dai banchi di scuola, quella sorta di amore che c’è anche in
un’amicizia.
NICOLA & EU . Il loro
abbraccio stretto stretto che mi son presa appena mi hanno visto la prima volta,
credo lo ricorderò finché campo. E i cuoricini inviati per messaggio ogni
mattina sono stati una sorta di energia.
MARCY, STEFANO, GERRY che con la
loro improvvisata alle 8 di mattina di un sabato per me anonimo, mi hanno
stretto il cuore. E alla mia amica Marcy voglio dire che i suoi messaggini e
video idioti mi hanno fatto ridere davvero tanto.
CI & LUCIDA che a modo loro
hanno fatto sentire la loro presenza. E non necessariamente con le parole a
voce, ma con le parole del cuore.
My
BROTHER che risolvendomi tutti i problemi via telefono per il blog, il post, le
scritte, il tablet della mia mamma, e chi più ne ha ne metta, mi ha fatto
ridere tanto. E come non ricordare la mia scritta. Un colpo all’anima davvero.
Una scritta di legno intagliata da lui con dietro “trasferita” una foto vecchia della stazione
di Clusone. Un po’ fratelli siamo, se no come può essere che sia io che mia
sorella siamo creative e lo è pure lui?
SERE
o meglio FIGONZOLA. La mia amica dai poteri sovrannaturali. Un esempio da
seguire e lei sa a cosa mi riferisco.
I
MIEI SUOCERI, che non hanno speso tante parole, perché a volte si parla più con
il cuore e con l’anima... e loro me lo hanno dimostrato ogni giorno.
LA
MIA COGNATINA che non appena saputo è arrivata con il kit sopravvivenza: il
libro “The Secret” un manuale che ti insegna come guardare sempre e comunque
positivo.
ZIE/I
CUGINE/I che hanno avuto la capacità di fare sentire il senso di famiglia vivo
e vero.
LE
MIE COLLEGHE che hanno vissuto questo viaggio con me, in silenzio, semplicemente
standomi vicino.
MARZIA,
BABY, LUCA, TELLO & MIRIAM, WANDA, PAOLONE & ELE che mi hanno tenuto
compagnia in pomeriggi e serate molto anonime, rendendole speciali. BAT &
PAULA che con il loro abbraccio stretto stretto hanno annullato tutti gli anni
in cui non ci siamo visti. ALCIDE & ANNA che, il primo con un bicchiere di
ottimo vino e la sua dolce metà con le sue “Mille grù” mi hanno addolcito
l’anima. Ci tengo a spiegare che le “Mille Gru” in Giappone sono origami
simbolo di lunga vita. Vengono fatte per le persone che non sono in salute, per
buon auspicio. Ogni gru rappresenta la preghiera che è stata detta durante la
sua esecuzione. Ne ho 20 a casa fatte dalle dolci mani di Anna e fanno parte
del mio “Cuore dell’Amore”. Dire grazie è ancora troppo poco.
DANY,
ritrovata dopo anni, e già questo era eccezionale. E poi ritrovarsi a
condividere lo stesso percorso: Lei per la seconda volta. Le sue parole, quando
ha saputo delle sedute di chemio, le avrò in mente a vita “Buona strada”, me le
ha dedicate come vent’anni fa erano state dette a Lei dal suo chirurgo, lo
stesso che a distanza di un mese ha operato tutte e due.
DR.
FACCI, per quest’uomo potrei spendere una miriade di parole, e non lo descriverebbero
comunque come si deve. Un uomo prima di tutto con un’umanità incredibile, con
un’umiltà eccezionale e per quel che mi riguarda un grande medico.
TUTTA L’EQUIPE DELL’ONCOLOGIA
DI SAN DONA’:
ALLE INFERMIERE
voglio dire un grazie speciale. Perché mentre tu sei li seduta alla tua poltrona
pronta a farti avvelenare, loro hanno l’ingrato compito di iniziare questo
rito, e nel frattempo ti sorridono, scherzano, parlano del loro quotidiano e
hanno la capacità di farti sentire seduta al bar, a berti un caffè zuccherato
di chiacchiere e scambi di opinioni. Questa è la loro maestrìa più grande.
ALLA DOTT.SSA
STEFANI E TOMASSI i quali, viste le vicissitudini delle mie reazioni allergiche
alla chemioterapia e medicine annesse, hanno sempre dimostrato il loro lato
umano con una carezza sul viso, uno “sberleffo” sulla guancia in segno di
condivisione di un momento poco piacevole. Carezze che hanno toccato l’anima e
che non andranno più via.
LE
MAMME DEI COMPAGNI DEL MIO OMETTO che, con un “come va?” detto sotto voce fuori
scuola, con un messaggio, una telefonata si sono rese disponibili per qualsiasi
aiuto di gestione figli. Un particolare grazie a MARCIA la mia amica francese con cui a volte mi
sono divertita a scambiare messaggi in francese (rendendomi ridicola il più
delle volte) e che mi ha tenuto tanta compagnia e un altro grazie a MONIA che
ha fatto trascorrere dei bei pomeriggi al mio ometto e alla mia principessa
rendendo più spensierati i loro giorni, così pure a TAMARA per la sua
disponibilità e l’organizzazione di pomeriggi tra ometti e per il suo porta
fortuna.
LE
MAESTRE DEL MIO OMETTO E DELLA MIA PRINCIPESSA alle quali ho chiesto di
guardare i miei figli con gli occhi di una mamma, per poter controllare che i
miei piccoli continuassero la loro vita di sempre e non sentissero troppo sulla
loro pelle questa malattia.
FRANCESCA
DEL ROSSO o meglio WONDY che con il suo libro mi ha tenuto compagnia per tutti
questi mesi e, finito il libro, mi ha tenuto compagnia l’idea che molte donne
stanno combattendo questo mostro come lo sto combattendo io: DA GUERRIERA!
FABIOLA
una donna incontrata proprio in questo percorso, per ora una conoscenza
virtuale ( perché a parte il giorno in cui ci siamo conosciute, non ci siamo
più riviste … per ora). Reciprocamente ci siamo tenute compagnia via messaggio
per mettere una croce alle nostre 6 chemio che erano sfasate l’una dall’altra
di 10 giorni. Ci confrontavamo sugli effetti collaterali, sulla ripresa, sul
fatto che siamo delle Wondy. A questo proposito ringrazio l’associazione “La forza
e il sorriso” perché senza loro questa conoscenza non sarebbe avvenuta.
ME
STESSA, si me lo merito! Quando ti arriva addosso una cosa del genere ti rendi
conto che di scontato non c’è proprio nulla in questa vita. Ti rendi conto che
fino a quel giorno sei stato un ospite d’onore sul trono della vita, con la tua
corona e il tuo scettro, e di colpo ti è stato portato via tutto. Tutto assume
un sapore ed un valore diverso. Ti guardi allo specchio e non ti riconosci più,
perché vedi riflesso un mostro: il tuo cancro! Ti ritrovi con il tuo corpo
tagliato, svuotato, modificato e tra le mani ti resta solo la fottuta PAURA di
non farcela. E invece no! Alla fine ho capito che anche se mi fossi abbattuta,
disperata, lui non se ne sarebbe comunque andato! Ho guardato le cose da una
prospettiva diversa: anche se al mio corpo era stato tolto qualcosa, mi sono
concentrata a far riprendere bene ciò che era rimasto. Dal momento che ho
rasato i capelli, ho pensato solo al momento in cui li avrei visti ricrescere.
Mi sono concentrata sul più importante OBIETTIVO
della mia vita: GUARIRE. E ho deciso che questo brutto bastardo non
dovesse prendere spazio e tempo più del dovuto. E quindi ho deciso che anche in
questo periodo dovevo godermela, vivere e soprattutto NON MOLLARE MAI! C’è una cosa che purtroppo succede quando entri in
questo mondo: quando vieni a sapere che qualcuno che sta combattendo un cancro
non ce la fa, ti resta quell’amaro in bocca e non se ne va via nemmeno se vuoi…
sembra quasi dire “a te è ancora concesso di vivere per lui non era previsto”.
E’ una sensazione davvero singolare, sembra di essere degli eletti e capisci
che qualcuno da lassù decide… e tu non sai … e questo ti rende disincantata, ti
toglie la spensieratezza, la frivolezza con cui è giusto vivere una vita. Su
questo ci sto ancora lavorando, ma arriverà anche quel tempo, si, quello in cui
mi alzerò la mattina e mi addormenterò la sera e avrò vissuto LEGGERA…
LUCIANO
E LE SUE CANZONI… si voglio ringraziare pure quelle e chi mi conosce bene,
sapeva che l’avrei fatto! Le sue canzoni mi hanno tenuto compagnia in questi
mesi più che negli ultimi 20 anni. Mi hanno fatto piangere, ridere. A volte non
potevo ascoltarle perché troppo dure e vere. Alcune si sono inchiodate nella
mia mente, dando voce ai miei pensieri, e io voglio lasciarle qua:
“forse
capiterà che ti si chiuderanno gli occhi ancora, o soltanto sarà, una
parentesi di una mezz’ora”
“E mi attacco alle
stelle. Tiro un po’ ad indovinare”
“La
vita non è giusta come la vorresti te”
“Ce la fanno solo i duri, che chi spera
si fa male”
“Ho
ancora la forza che serve a camminare, picchiare ancora contro per non
lascarmi stare”
“Guardami negli
occhi, deciderai poi, se aver paura”
“Non si può sempre perdere, per cui
giochiamoci, certe luci non puoi
spegnerle”
“Fin quando fa male, fin quando ce n’è”
“Il
patto è stringerci di più, prima di perderci”
“Ti scioglierai
dietro una scia, un soffio, un velo. Ti staccherai, perché ti tiene su soltanto un filo sai”
“Dicono che noi ci
stiamo buttando via. Beh, noi siamo
bravi a raccoglierci”
“Credo al sole dopo la tempesta”
“Si sopravvive
meglio ad un rimorso o ad un rimpianto? Si
sopravvive a tutto”
“Credo che per
credere in certi momenti, ti serva molta
energia”
“Siamo cresciuti
con l’idea che il dolore sia una cosa necessaria e quando ci siamo dentro ci
chiediamo sempre: “ma perché? E perché a
me?” Ma alla fine, arriva puntuale la risposta: si deve sempre ripartire da
“Ciò che rimane di noi”
“e le senti le vene, piene di ciò che sei, e
ti attacchi alla vita che hai”
“SONO
SEMPRE I SOGNI A DARE FORMA AL MONDO”
“DOPO UN GIRO NELL’ABISSO, NON SEI PIU’ LO
STESSO, PUOI SOLO ANDARE AVANTI, CON TUTTO QUANTO ADDOSSO”
“SPERO
CHE SIA FINITO TUTTO E CHE NON PORTI LA TUA FACCIA MAI PIU’ QUA”
E per finire questa frase la
dedico a quelle persone che sono entrate in questo abisso, che stanno vivendo
una malattia, di qualsiasi natura e genere, ma che stanno combattendo una
battaglia.
A loro voglio dire che il
peggio l’abbiamo già visto ma
“IL MEGLIO DEVE
ANCORA VENIRE”
Buona Vita a tutti
Laura
Per dare conferma
del mio spirito positivo, vi lascio con
alcune foto che testimoniano come mi sono divertita in questo viaggio con
foulard, cappelli e anche con la mia “crapa pelata”...
ovviamente vi
delizio con le migliori … quelle ridicole le lascio come reperti custoditi
sotto chiave.